(Adnkronos) – Gli italiani affermano di conoscere il 5×1000, hanno però gravi lacune su questioni fondamentali. Basti pensare che solo il 41,2% dei connazionali sa che destinare questa quota delle imposte sul reddito è gratuito per il contribuente. E’ quanto emerge da una recente indagine condotta da Astra Ricerche per la Fondazione Lega del Filo d’Oro, su un campione di mille italiani soggetti Irpef, che possono cioè indicare la destinazione del proprio 5×1000.
Dunque se ‘appena’ il 41,2% dei connazionali conosce la gratuità del 5X1000, tra i sostenitori della Fondazione la percentuale sale al 55,7%. Rispetto al 36,1% degli italiani che sa correttamente definire il 5×1000, tra i supporter della Lega del Filo d’oro il valore è del 47,7%, ma la differenza è sostanziale sulla conoscenza del fatto che non è alternativo all’8×1000: lo sa appena il 34,7% del campione, ma quasi il doppio di chi sostiene la Onlus (63,1%). Anche in questo target, meno della metà (41,3%) sa che non indicarlo non comporta una riduzione delle tasse, meglio però del 28% della popolazione generale.
L’indagine mostra che il divario aumenta quando si chiede se è stata fatta la firma per il 5×1000 nell’ultima dichiarazione dei redditi: solo il 61,5% ne è certo, il 20,2% afferma di non averlo indicato e il 16,2% non ricorda. Presso i sostenitori della Lega, ben il 91,7% ha firmato, non lo ha fatto l’1,9% mentre il 5.9% non ricorda. Nulla cambia per il futuro: solo il 62,8% pensa di firmarlo, molto ampia la parte del ‘forse’ (24,8%). Tra le motivazioni: il 28% afferma di non essere interessato a indicare un destinatario, cosa strana vista l’ampia possibilità di scelta; il 23% ritiene che il proprio reddito sia talmente basso da implicare un 5×1000 infimo; ma, soprattutto, il 17% non sa bene come funziona, cosa fare; il 16% non ha avuto modo di individuare il beneficiario; il 15% teme costi aggiuntivi o una tassazione maggiore a proprio carico. Sono tutti aspetti che possono essere contrastati con una buona comunicazione. In controtendenza, i sostenitori della Fondazione, invece, hanno una maggiore intenzione di sottoscriverlo in futuro rispetto a quanto fatto in passato: 94,8% (solo lo 0,4% non intende indicarlo).
La scelta della firma accanto al 5×1000 – rivela ancora l’indagine – cresce con l’età (dal 53% dei 18-30enni al 70% dei 55-70enni), è più forte nel Nord (68%) rispetto al Sud (56%), nella classe superiore e media (66%) rispetto a quella inferiore (53%). Inoltre, chi ha indicato un destinatario per il 5×1000 è soprammedia autonomo nel fare la dichiarazione (50% rispetto al 43%). I supporter della Fondazione però utilizzano molto di più l’assistenza, in particolare quella del commercialista (28,5%, +9.8% rispetto alla popolazione) e del Caf (36,3% , +3.3%). Per scegliere a chi destinare il 5×1000 prevale il criterio di rafforzamento, cioè della causa già sostenuta in altri modi (fondamentale per il 32,5%) rispetto a quello della compensazione, quindi per una scelta diversa da quelle già sostenute durante l’anno (14,4%). Grande rilevanza ha la proximity, cioè la causa che tocca personalmente (31,7%): realtà legate al territorio di appartenenza (22,2%) superano quelle sostenute da grandi enti o che riguardano moltissime persone (15%). Sulla scelta e le motivazioni – evidenzia il report – contano poco amici e parenti, professionisti o commercialisti e anche la comunicazione da parte degli enti: viaggiano intorno a percentuali del 12-14%. I più giovani si dichiarano più influenzabili.
La fedeltà alla causa sostenuta con il 5×1000 è buona ma non ottima: il 46,4% indica sempre la stessa, il 38,2% cambia ma spesso sceglie/torna sulla stessa, il 12,8% cambia di anno in anno. I sostenitori della Lega del Filo d’Oro sono meno fedeli: nel 17% cambia di anno in anno (+4.2% rispetto al campione nazionale). Al crescere dell’età (soprattutto dopo i 35 anni) aumenta la fedeltà, e lo stesso avviene passando da Nord (Nord-Ovest: 39%) a Sud (52%). Inoltre, chi è di classe superiore tende a essere più fedele di chi è di classe media o inferiore.
Sulla notorietà, la Lega del Filo d’Oro risulta conosciuta al 94% del campione intervistato (il 64,7% la conosce almeno in parte, il 29,3% riconosce solo il nome). In particolare, ne sanno un po’ meno i 18-34enni (56%), ma è trasversale alle aree geografiche con un picco nel Centro Alto (71%: Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria). Tra chi la conosce, l’80,2% prenderebbe in considerazione la Fondazione per il proprio 5×1000 , con un 15,8% particolarmente convinto (‘sicuramente sì’), soprattutto tra i 45-54enni, andando verso Sud, nella classe superiore.
Tra i motivi per prendere in considerazione la Lega del Filo d’oro come beneficiario del 5×1000 – secondo l’indagine – spiccano: la trasparenza (33,8%), la chiarezza nel comunicare progetti e azioni a cui i fondi sono destinati (32,6%). Nella popolazione italiana che conosce la Onlus prevale il criterio compensativo – è diversa da cause già sostenute (29,8%) – su quello della coerenza, cioè già sostenuta (14%). Su questo, i supporter hanno dato risposte molto differenti: ‘è una causa che già sostengo’ è al 68,1%; ’comunica con chiarezza i progetti, le azioni a cui i fondi sono destinati’ (39,4%), mentre molto minore è l’essere ‘una causa diversa’ da quelle che già sostengo (solo 5,4%).
I motivi per non prendere in considerazione la Lega del Filo d’Oro come destinatario del proprio 5×1000 si concentrano: la maggior vicinanza ad altra causa/ente (47,5%), seguita – a forte distanza percentuale – dalla scelta di un ente che si occupa di problemi più diffusi (19,1%), dalla scarsa conoscenza della Lega (13,7%) o dal non aver ricevuto comunicazioni dalla Fondazione (11.5%), conclude il report.