(Adnkronos) – “L’ecocardiografia 3D ha un ruolo cardine sia in cardiochirurgia sia nelle procedure di interventistica strutturale, in quanto permette una ricostruzione tridimensionale del cuore per cui siamo in grado di acquisire tutta una serie di dettagli che poi forniremo al cardiochirurgo durante i suoi interventi su pazienti con insufficienza mitralica o aortica di grado severo. Per noi è fondamentale andare a capire il meccanismo che ha portato a tale insufficienza e l’ecocardiografia 3D trans-esofagea ha come obiettivo documentare la causa dell’insufficienza, permettendo di estrapolare, tramite l’intelligenza artificiale, tutta una serie di parametri e di ricostruzioni che vengono comunicati al cardiochirurgo ai fini dell’operazione”. Lo afferma all’Adnkonos Salute Corrado Fiore, cardiologo di Gvm Care & Research e responsabile scientifico del corso avanzato di ecocardiografia trans-esofagea 3D patrocinato da Mitral Academy.
“Nelle cardiopatie strutturali – sottolinea Fiore – è fondamentale l’utilizzo dell’ecocardiografia trans-esofagea sia da un punto di vista pre-operatorio ma anche durante la fase dell’intervento perché l’ecocardiografia 3D in questi casi è una vera e propria guida per il cardiologo, il cardiochirurgo e l’interventista durante, ad esempio, l’intervento percutaneo Mitraclip o nel caso di una procedura Triclip”. È fondamentale “effettuare formazione – conclude l’esperto – perché attraverso esercizi pratici sui computer permettiamo ai partecipanti di prendere visione di quello che succede con immagini 3D”.