(Adnkronos) – “Allora, voglio chiarire: se fosse stata Biancaneve a parlare con questi che stavano comprando la terra, si sarebbero fatti una risata. Quindi per forza dovevo essere io”. Così il boss mafioso Matteo Messina Denaro nel corso dell’interrogatorio al gip di Palermo Alfredo Montalto, lo scorso 16 febbraio. Messina Denaro è accusato per una tentata estorsione nei confronti di una proprietaria terriera, Giuseppina Passanante, minacciata dal boss per la restituzione di un terreno a Castelvetrano.
“Ad un tratto, negli ultimi anni, vengo a sapere che lei (Passanante, ndr.) stava vendendo il terreno – spiega Messina Denaro -. Tra parentesi avevano l’affare concluso sotto prezzo, perché lei che cosa voleva fare, prendersi questi soldi di questo terreno, cioè lo rubava, e pagarsi il mutuo. E avrebbe pagato tutto con i miei beni. Arrivati a un dato punto, questi sono discorsi per me non onesti perché le persone soffrono come vogliono, ma va bene così, ognuno poi risponde con la propria dignità delle cose che fa, nel bene e nel male. E allora che cosa ho fatto, l’ho contattata, con una lettera, e gliel’ho firmata, non con pseudonimi, firmato proprio con Matteo Messina Denaro, perché io credevo di essere nella ragione dei fatti”.