(Adnkronos) –
Un passo avanti verso il ‘piano Mattei’, obiettivo di ampio respiro del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per far fronte ai problemi migratori (ma anche energetici). Facendo capire alla Ue, che Roma è pronta ad assumersi responsabilità di guida e gestione dei rapporti con i Paesi del Nord Africa, a patto di trovare sponda a Bruxelles. La ‘conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni’ oggi a Roma si apre con aspettative importanti da parte del governo italiano, con il meeting alla Farnesina, etichettato come “un’iniziativa di politica estera senza precedenti in tempi recenti, nella quale l’Italia esercita il suo ruolo guida nel Mediterraneo allargato per affrontare le emergenze che l’Italia non può e non vuole affrontare da sola”.
“E’ un altro grande successo italiano” ha detto la premier Giorgia Meloni, intervistata dal Tg1 delle 20 di ieri. “Avremo oltre 20 Paesi mediterranei, arabi, europei, africani, 16 tra capi di Stato e di governo, 10 organizzazioni internazionali. Tutti insieme ad affrontare il tema delle migrazioni, capire come aiutare i Paesi dai quali i migranti partono, capire come fermare la tratta degli esseri umani e i trafficanti. Ed è un modello cooperativo quello che noi proponiamo con questi Paesi che hanno in comunione il Mediterraneo, un interesse convergente”. “Bisogna cambiare impostazione rispetto a quelli che ci hanno detto che non bisognava difendere i confini e che la migrazione era un diritto che non poteva essere limitato. Noi abbiamo cambiato questa impostazione, altrimenti con la situazione che c’è diventa impossibile la pressione sulle nostre coste, per questo bisogna trovare soluzioni strutturali. Io il fenomeno della migrazione illegale lo voglio fermare definitivamente, per fare questo c’è bisogno di cooperazione internazionale”, conclude.
Il governo italiano – che vedrà al tavolo Meloni e il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani – ha invitato nella capitale “i leader di quasi tutti gli Stati della sponda Sud del Mediterraneo allargato, del Medio Oriente e del Golfo, nonché gli Stati Ue di primo approdo e alcuni partner del Sahel e del Corno d’Africa” ma anche “i vertici delle istituzioni europee e delle istituzioni finanziarie internazionali”, a partire dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Al tavolo, quindi, “nazioni di origine, di transito, di primo arrivo in Europa” dei migranti “e partner come gli Stati del Consiglio di Cooperazione del Golfo”. Tra i nomi previsti già arrivati o in arrivo a Roma si contano una ventina tra capi di Stato e di governo. Da Bruxelles oltre a von der Leyen ci sarà il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Per i Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo il presidente di Cipro Nikos Christodoulides, il premier greco Kyriakos Mitsotakis e quello maltese Robert Abela, assente la Spagna che oggi vota per le politiche. Meloni rivedrà a distanza di una settimana il presidente tunisino Kais Saied, con il quale l’Ue la scorsa domenica ha siglato un memorandum ‘sponsorizzato’ da Roma. Dall’Egitto il presidente Al Sisi manda in Italia Mostafa Madbouly, suo primo ministro, mentre dall’Etiopia arriva il premier Abiy Ahmed Ali, a Roma anche il presidente del Consiglio presidenziale libico Mohamed el Menfi e il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. Con loro anche i vertici di istituzioni finanziarie internazionali, provenienti da tutto il mondo.
Un tavolo allargato (“ma l’obiettivo è quello di allargarlo ulteriormente”) per “avviare un progetto di lungo periodo – come ancora oggi sottolineano fonti diplomatiche – dando avvio a un percorso pluriennale internazionale con impegni concreti e verificabili da parte degli Stati partecipanti proprio sui temi dello sviluppo e delle migrazioni”. Perché “c’è la consapevolezza che soltanto con un’azione coesa, determinata e capace di guardare lontano per affrontare le cause profonde dei flussi irregolari si potrà sconfiggere l’attività criminale dei trafficanti di esseri umani, sostenendo e promuovendo la migrazione legale in un contesto regolamentato”, è il ragionamento italiano. Tutti riuniti fino alla sera, con i lavori che saranno conclusi dal premier, arrivando a una dichiarazione finale congiunta che si sta ancora limando tra i vari Paesi. Poi la cena, prevista a Villa Madama.