(Adnkronos) – Sul tema dei migranti e della gestione europea a Malta, dove si reca la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non si riduce la distanza tra Italia e Germania. Anzi. Ma tra Roma e Parigi invece il clima sembra volgere decisamente al sereno. A tenere banco al termine del Med9 con i paesi europei del Mediterraneo sono le parole del premier italiano, che dopo aver avuto un incontro a tre con il presidente francese Emmanuel Macron e la numero uno della commissione Ue, Ursula von Der Leyen, torna a criticare la posizione tedesca.
Ma pesano pure le parole di grande apertura che arrivano dal presidente francese che sposa la linea di Roma sul tema della “gestione che spetta a tutti noi” dei flussi migratori “dando solidarietà all’Italia”.
Con Berlino resta aperta la querelle sulle Ong. Dietro la battuta (“I tedeschi la dovrebbero smettere di fare solidarietà con i confini degli altri”) Giorgia Meloni ribadisce la diversità di posizioni con il cancelliere Scholz.
“Io capisco -dice ai cronisti- il governo tedesco, ma se loro vogliono tornare indietro sulle regole delle Ong, allora noi proponiamo un altro emendamento in forza del quale il Paese responsabile dell’accoglienza dei migranti che vengono trasportati sulla nave di una Ong è quello della bandiera della nave”. Il premier italiano a proposito dello stallo sul Patto europeo sui migranti, registrato giovedì a Bruxelles, tiene il punto: “Ognuno si assumerà le sue responsabilità”.
Meloni aggiunge: “Noi siamo stati molto cooperativi” in Europa e con i tedeschi “sul tema del patto di migrazione e asilo, lo abbiamo votato anche perché migliorava per noi le condizioni rispetto alle regole precedenti, poi la Germania è arrivata con alcuni emendamenti, uno in particolare che per noi rappresenta un passo indietro sul tema delle organizzazioni non governative”.
“Vediamo – conclude- quale sarà la soluzione di questo problema. Noi abbiamo la nostra linea, altri ne hanno un’altra, il problema è non scaricare la linea di uno sugli interessi dell’altro”.
Macron ha parole di sostegno per l’Italia: “Viviamo una situazione eccezionale, specialmente quella che ha toccato Lampedusa, e ora ci deve essere una risposta europea unica, tutti dobbiamo dare solidarietà all’Italia e ai primi porti di approdo”.
Poi rispetto al trilaterale tenuto con il premier italiano e con von der Leyen fa sapere che si cerca un’intesa per dare contenuto ai dieci punti di Lampedusa: “Abbiamo proposto ai nostri colleghi di mettere in atto e implementare questi 10 punti, spero che a livello europeo potremo migliorare il nostro funzionamento interno, per lavorare insieme sulla questione dell’immigrazione, migliorando il partenariato con i paesi di origine, e per contrastare in modo concreto i trafficanti di esseri umani”.
Parole che ricalcano quanto detto poco prima dal leader italiano, anche sulla richiesta di estendere il memorandum con la Tunisia a modello per altri paesi come la Libia. “Dal nostro punto di vista sono contenta per la convergenza trovata -sintetizza Meloni- è tempo di affrontare in modo concreto, strutturale e definitivo il problema dei flussi migratori. Rischiamo di essere la prima nazione a venire travolta, ma poi tutti faremmo quella fine”.
Nella dichiarazione congiunta di fine Med9 invece emergono “convergenze totalmente condivise” con gli altri paesi presenti al vertice della Valletta. Francia, Spagna, Grecia, Cipro, Slovenia, Croazia, Portogallo e Malta fanno sapere che serve una linea comune sul fronte della gestione dei flussi, enfasi viene data poi dal padrone di casa Robert Abela, premier della Valletta, alla “firma della dichiarazione di Malta, una vera road map per un hub energetico e verde del Mediterraneo”.
Nel testo con le dichiarazioni finali approvate dal gruppo in dieci punti, alcune delle posizioni italiane vengono adottate, come si legge al punto 3 del documento. “Chiediamo ai co-legislatori di intensificare le negoziazioni sul Patto sulla Migrazione e sull’Asilo per raggiungere un accordo su tutti i dossier prima della fine dell’attuale legislatura. Questo accordo deve fornire le necessarie garanzie che le esigenze dei paesi di prima linea saranno adeguatamente soddisfatte”, vale a dire a partire dall’Italia.
Anche la richiesta di “un approccio rinnovato per ridurre efficacemente i movimenti primari e prevenire le partenze” e “migliorare il tasso di rimpatri dei richiedenti asilo respinti e di altri cittadini di paesi terzi che non hanno un diritto legale di permanenza nell’Unione”, trova posto nel documento finale di Malta.
Linea dura prevista per gli scafisti: “Occorre intensificare il lavoro per rafforzare gli aspetti legali e operativi della sorveglianza delle frontiere esterne, smantellare le reti di contrabbando, interrompere la catena di approvvigionamento delle reti criminali e impedire la partenza di imbarcazioni che non rispettano gli standard internazionali di sicurezza, contemporaneamente continuando a promuovere una migrazione sicura, ordinata e legale”.