(Adnkronos) – Un trenino, carico di figli di coppie omogenitoriali, apre la parata 2023 del Milano Pride. “L’amore non si annulla in tribunale” e “orfani di Stato” sono le scritte che campeggiano sul vagone centrale del convoglio, carico di genitori e bambini con palloncini e magliette fucsia delle famiglie arcobaleno. “Siamo 400 famiglie da tutta la provincia”, racconta una madre, sollevata dopo la decisione del tribunale di Milano di respingere il ricorso, presentato dalla procura, contro tre atti di riconoscimento di figli di due donne. “Ci sentiamo meglio adesso, ma c’è ancora tanto da fare”, dice.
Il problema è soprattutto delle coppie di due papà. In quel caso il collegio milanese ha dato ragione alla procura, annullando la trascrizione dell’atto di nascita di un figlio, avuto all’estero con maternità surrogata. “Noi siamo qui al Pride anche per le coppie di uomini e credo che tutti dobbiamo lottare per i diritti dei nostri figli. Non basta una sanatoria come dice il ministro Roccella, serve una legge” sottolinea la donna. “Non ci fermeremo”, promette la scritta sulla fiancata dell’ultimo vagone del treno.
“Siamo qui per lamentarci del fatto che ora non possiamo più registrare il bambino. Stiamo facendo passi indietro allucinanti, è vergognoso”, racconta Arianna, 37enne messicana, che il prossimo 29 settembre diventerà mamma insieme alla moglie Veronica, di 31 anni. La coppia vive a Bergamo, ma si è recata in Austria per ricorrere alla procreazione medicalmente assistita. “Abbiamo scelto l’Austria perché il donatore è aperto e il bambino a 14 anni può scegliere di sapere chi è il suo padre biologico”, spiegano le due donne, insieme da tempo e sposate in Messico.
Per la nascita del bambino (hanno deciso di non conoscere il sesso prima del parto) resteranno a Bergamo, anche se da quest’anno in Italia non potranno registrarlo all’anagrafe come figlio di entrambe. “Quando a ottobre abbiamo iniziato il percorso di procreazione assistita, credevamo di poter registrare”, dice Arianna, sottolineando che “non è giusto che Veronica non venga considerata mamma quanto me, perché abbiamo scelto insieme di avere un figlio e ci siamo prese l’impegno entrambe”. Per essere riconosciute tutte e due come madri dovranno passare per l’adozione in casi particolari, “un iter burocratico di più di un anno, che non è tutelato. Speriamo che non mi succeda nulla nel frattempo”, dice la donna incinta al sesto mese.
Se il parto avvenisse in altri Paesi, le due donne potrebbero registrare il figlio come coppia, allora perché non partorire all’estero? “È vero, altrove avremmo una vita più facile, ma ci piacciono le sfide. Viviamo qui, perché dobbiamo andare via noi?”, si chiede Veronica.
In piazza a Milano anche il ‘Kyiv Pride’, impossibilitato a sfilare in Ucraina a causa della guerra. ‘Amo ragazzi e ragazze, ma odio la Russia’, il cartello esibito da un gruppo di giovani ucraine, che vivono e studiano a Milano. “Lo scorso anno e quest’anno non abbiamo avuto la possibilità di organizzare il Pride in Ucraina, ma ci sembrava comunque giusto fare qualcosa per rappresentare il ‘Kyiv Pride’”, spiega una di loro.
Sfila al Pride di Milano anche un lungo tir pieno di palloncini arcobaleno, ‘firmato’ Bending Spoon. La società milanese, con sede in Corso Como, sviluppa App per smartphone su scala europea e tra i suoi soci vanta anche H14, il ‘family Office’ di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, i tre figli più piccoli del leader di Forza Italia. ‘Love is always worth celebrating’ si legge sulla fiancata del mezzo, che ospita un dj set ricco di composizioni a forma di arcobaleno, fatte da palloncini colorati con le sfumature della bandiera Lgbt.
Bending Spoons è la società alla quale il governo ha affidato l’incarico di realizzare il design e lo sviluppo di Immuni, l’applicazione ufficiale di tracciamento dei contatti per il Covid 19. L’applicazione è stata rilasciata su scala nazionale il 1 giugno 2020 e la società ha concesso al governo una licenza perpetua e irrevocabile a titolo gratuito.
“Siamo in pericolo di regressione sui diritti, non solo in Italia con questo governo, ma anche in Europa” ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a margine del Milano Pride. “Vedere piazze così partecipate dall’onda Pride è un motivo di speranza, di orgoglio, di continuare ad andare avanti a lottare per il pieno riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt”, ha detto Schlein. “Continueremo a batterci – ha proseguito la segretaria dem – per il matrimonio egualitario, per il pieno riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, anche alla luce di queste decisioni che piovono come massi su queste famiglie, sul loro legami, soprattutto su questi bambini. Continueremo a batterci per le adozioni. È ancora più forte la partecipazione, ci saremo con i nostri corpi per affiancare e portare avanti questa battaglia” aggiunge Schlein.
“Il Pride è una grande manifestazione pacifica, dove le persone sono arrabbiate”. Anche perché “il governo di destra sta attaccando diritti arcobaleno e loro figli” dice il parlamentare del Pd, Alessandro Zan, a margine della manifestazione Milano Pride. “L’iniziativa della procura di Padova e altre, che coinvolge bambini di 6 anni che rischiano di perdere mamma per decreto, è vergognosa” – spiega Zan. E, aggiunge – “usare vite persone per speculare elettoralmente è ignobile”. Ecco perché “il Pride è una manifestazione di resistenza. Qui e in tutta Italia, un’onda Pride che non si arrende all’idea di vedere applicato l’articolo 3 della Costituzione. Meloni – conclude – non solo non rimuove ostacoli, ma ne crea ulteriori. E quello che fanno a queste famiglie è crudele”.
“Sono in mezzo a un tour di concerti, ma nonostante questo ci tenevo a passare anche solo due ore per poter mandare anch’io un messaggio di amore e libertà” dice Rosa Chemical all’Adnkronos, spiegando il motivo della sua partecipazione al Milano Pride. Intercettato sul carro della Universal Music Italia, che sponsorizza la manifestazione milanese “per sostenere e promuovere attraverso la musica un messaggio di inclusività, autodeterminazione e uguali diritti”, l’interprete ci tiene ad affermare che “il Pride è una manifestazione importantissima, specialmente per i giovani che devono scendere in piazza e manifestare, in maniera educata, per difendere i propri diritti”.
Al Milano Pride 2023 sfila anche don Giulio Mignani, il prete di Bonassola, sospeso l’anno scorso dalla Diocesi di La Spezia, a causa delle sue posizioni pro famiglie arcobaleno, eutanasia e aborto. “Io però rimango un prete”, dice sfilando al Pride con collarino ecclesiastico. “Normalmente non mi vesto da prete, ma quando vado alle manifestazioni ci tengo ad avere il collarino”, perché anche se “certamente non rappresento la gerarchia” ecclesiastica, “sento di rappresentare comunque una fetta dei fedeli che mi chiamano per ringraziarmi e si sentono rappresentati dalle mie posizioni. Sento che una fetta di cattolici desidera un rinnovamento della Chiesa”, spiega.
In particolare in questo “periodo in cui, penso a Padova, vengono messi in pericolo i diritti dei bambini. I figli hanno bisogno che chi li ha voluti e li ama venga riconosciuto come genitore. C’è un vuoto legislativo, che venga colmato a favore dei bambini. Vengano riconosciuti i diritti come a tutte le altre famiglie”, esorta don Giulio. Il prete sospeso si dice anche “personalmente favorevole alla gestazione per altri solidale” e lunedì era in piazza a Roma per protestare contro la legge che inquadra la maternità surrogata come reato universale. “La gestazione per altri è un argomento complesso, ma la complessità non va evitata vietando, ma semmai regolamentata a garanzia per tutte le persone coinvolte”, dice Mignani.