(Adnkronos) – Assolto da quasi tutti i reati Mimmo Lucano. L’ex sindaco di Riace è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa.
Una sentenza, quella della Corte d’Appello di Reggio Calabria, che cambia radicalmente la precedente, quella emessa dal Tribunale di Locri, che aveva condannato Lucano a 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione a delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. La Procura generale aveva chiesto per l’ex sindaco di Riace 10 anni e 5 mesi.
“Per me è la fine di un incubo”, ha detto Mimmo Lucano all’Adnkronos. “Questa sentenza è una vittoria sull’ingiustizia – ha affermato Lucano – e arriva in un periodo importantissimo. Perché Riace raccontava proprio che nei luoghi dove c’è più disagio l’immigrazione non è – come spesso viene rappresentata – un problema di ordine pubblico e invasione, ma l’opposto. Invece di generare paura, genera speranza per le comunità che si vanno spopolando, per le aree fragili del Paese, dove si perdono i servizi sociali, dove mancano gli asili e si svuotano le scuole. Una politica che non lo capisce e sceglie di mettere in atto forme repressive, di controllo dei confini e dei porti, non rispetta i diritti umani”.
Per l’ex primo cittadino di Riace, inoltre, “c’è qualcosa che non funziona se da 13 anni e due mesi di reclusione si arriva a un anno e sei mesi per una questione amministrativa. Mi hanno contestato di tutto, reati che non ho mai commesso, peculato, associazione a delinquere. Ho messo l’anima in quello che ho fatto – ha ribadito Lucano – rappresentando una Calabria inedita, che non è solo mafia, ed è capace di rispondere con fraternità alle persone che sono in fuga dalle guerre, dai drammi della miseria”.
“Il fatto non sussiste per le accuse di associazione a delinquere, abuso d’ufficio e trasporto rifiuti e tanti altri reati per cui era stato condannato. Oggi Mimmo Lucano è stato assolto da tutti i reati gravi. Giustizia è stata fatta nei confronti di un uomo che ha sempre operato nell’unico ed esclusivo interesse del bene comune e della difesa dei più deboli”, dichiarano gli avvocati Andrea Dacqua e Giuliano Pisapia, difensori di Mimmo Lucano a margine della lettura della sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria.
“Non a caso nelle nostre arringhe parlavamo di ‘accanimento non terapeutico’ nei confronti di Lucano e di uno stravolgimento dei fatti anche dovuto a un uso distorto delle intercettazioni – continuano – Oggi è stata ristabilita la verità dei fatti riguardo un uomo che ha sempre agito in maniera disinteressata. Esiste un giudice anche in Calabria”.