(Adnkronos) – Dal Medio Oriente in fiamme sono tornati a casa sani e salvi tutti e 5 gli studenti e ricercatori del Politecnico di Torino “che stavano in Israele al momento dell’attacco” sferrato da Hamas, il 7 ottobre scorso. A darne notizia, conversando con l’Adnkronos, è il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco. “Sono stati fatti rientrare il più in fretta possibile i nostri studenti e ricercatori, cinque persone che si trovavano in Israele, abbastanza vicini alla striscia di Gaza” assicura. “L’ultima studentessa è appena arrivata a Torino, anche grazie all’intercessione del Governo italiano” spiega il Rettore. Saracco osserva che “vorremmo tutti la pace” ma che “la pace è una sfida a tutto tondo”. E “le università possono diventare contesti strategici perché – spiega – condividendo i saperi, possono tessere nel tempo fili fra sponde opposte, possono creare legami anche laddove ci sono tensioni fra Stati”.
“La pace che tutti vorremmo in Medio Oriente, e non solo, è una sfida a tutto tondo perché passa anche attraverso la lotta alle diseguaglianze, ad una maggiore democrazia come strumento di governo delle popolazioni” e ad un “migliore sviluppo ambientale” fortemente connesso ad un “maggiore benessere delle popoli. Sono “tutti punti cardine delle missioni Onu per uno Sviluppo sostenibile” indica il professore che ha pubblicato da poco il saggio “Tecnosofia” (‘Tecnosofia – Tecnologia e umanesimo per una scienza nuova’ di Guido Saracco e Maurizio Ferraris, ed Laterza ndr.) e che è autore di oltre 600 pubblicazioni fra cui molte su nuove tecnologie, rinnovabili, tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile.
Il Rettore ricorda che gli obiettivi dell’Onu per lo uno Sviluppo sostenibile “sono diventati addirittura 17 e tra questi c’è ne è uno che è la Pace: perseguire la pace nel mondo”. “Non c’è più una sfida globale relativa alla sola di sostenibilità ambientale, la pace è una sfida di sostenibilità a tutto tondo”. “Noi – continua Guido Saracco – siamo in un mondo che evolve talmente rapidamente, e che è talmente complesso, che riuscire a seguire una traiettoria di progresso e di benessere per l’umanità – per quante più persone è possibile – richiede atti che non sono più solo materiali ma anche valoriali”. “Così il rispetto del pianeta è legato alle diseguaglianze sociali e tutt’e due questi valori sono legati a loro volta alla democrazia” e “in quei luoghi del Medio Oriente le diseguaglianze sociali sono fortissime, perché nella striscia di Gaza si vive male – con ogni evidenza – ed in Israele si vive con basi più occidentali, in maggiore ricchezza, ma con la spada di Damocle di attacchi terroristici”. Per il Rettore Saracco “in questo momento le università non hanno un ruolo significativo se non nel chiedere e fare appelli alla pace, al cessate il fuoco. Ma le università invece sono importanti nel tessere relazioni nel medio termine e nel creare un contesto di scambio che, a livello accademico, è più semplice rispetto ad un livello industriale o politico”. “Spesso fra le Università si collabora, si creano legami anche laddove c’è tensione fra Stati” sottolinea. Per cui “quello che occorre fare a livello di università è stabilire questi fili, perché se ho una collaborazione dall’altro lato della linea di confine, in qualche modo posso creare un percorso di condivisione di valori per tutti e due i versanti della barricata: bypassando così ponti politici che non esistono”. “Fra professori possiamo condividere – essendo chiamati a formare nuove generazioni ed ad allargare la conoscenza – valori che sono molto positivi e fondanti della pace” continua il tecnologo. “Noi lavoriamo per assistere il processo di Sviluppo sostenibile, sia che si stia in Università tecnologiche, come il Politecnico di Torino, sia che si stia in Università umanistiche o generaliste”. “Il ruolo delle Università non si gioca allora in momenti di crisi acuta come questa ma nella progettualità: guardando in avanti” scandisce infine Guido Saracco. (di Andreana d’Aquino)