(Adnkronos) – “Al ministro della cultura Sangiuliano vorrei chiedere una cosa, che credo sia abbastanza facile da realizzare, anche se non so se burocraticamente sia semplice. In Francia, tutti i film stranieri che passano nelle sale devono pagare una tassa, e questa tassa, che è minima, serve ad aiutare il cinema nazionale a produrre i film francesi. Perché non farlo anche in Italia? Sarebbe un’idea che potrebbe aiutare in modo intelligente i piccoli film italiani a esistere”. A dirlo all’Adnkronos, appena arrivata al Lido di Venezia dove ricopre il ruolo di madrina dell’edizione numero 80 della Mostra di Venezia, è Caterina Murino. L’attrice sarda, in elegante tailleur bianco, è abbronzata, rilassata, emozionata al punto giusto ma -com’è nel suo carattere isolano- ha le idee chiare e le esprime in modo diretto.
“Di essere scelta come madrina non me lo sarei mai aspettata, nemmeno di essere nella rosa -spiega- Pensavo fosse una cosa che non sarebbe mai successa, perché é un ruolo che bisogna anche meritarsi. Io ho lasciato l’Italia tanti anni fa, non sono più così giovane, non sono una ‘promessa’, e invece poi la scelta è arrivata e io mi sono emozionata tantissimo, e non finirò mai di ringraziare Alberto Barbera. Spero solo di non deluderle lui e la Biennale”.
C’è attesa per il discorso che la Murino terrà domani all’inaugurazione della kermesse, anche se per motivi di tempo e per lasciare spazio a tutto, spiega, ha dovuto “ridurre la durata del suo intervento”. “Il mio discorso si incentrerà su tre punti fondamentali: gli 80 anni della Mostra, la più longeva della storia del cinema, l’importanza del cinema, che è un mezzo di comunicazione enorme e potentissimo, e sicuramente il sostegno allo sciopero che i nostri colleghi oltreoceano stanno vivendo. Saremo al loro fianco, perché se succede da loro il giorno dopo alle sei di mattina succede anche da noi. Quindi bisogna davvero fare in modo che questa follia non vinca”.
La Murino vive a Parigi da anni, ma segue da vicino il cinema italiano e rivela all’Adnkronos il sogno di lavorare con due cineasti del nostro paese: “I registi italiani con cui vorrei lavorare sono due, di due generazioni molto diverse: uno è Giuseppe Tornatore, e l’altro è Sydney Sibilia -dice- L’ho conosciuto grazie a Netflix, ho visto il suo ‘L’incredibile storia dell’sola delle rose’, un film straordinario che io e il mio fidanzato abbiamo adorato, e mi piacerebbe molto lavorare con lui”. Tra breve uscirà il suo prossimo film, ‘The Opera!’, di cui è protagonista insieme a Vincent Cassel, un film legato al mondo della lirica che propone una rivisitazione moderna del mito di Orfeo ed Euridice, diretto da Davide Livermore.
Infine, non può mancare un cenno alle sue origini sarde: “Porto sempre con me l’orgoglio di essere sarda, che è rinomato”, dice Caterina Murino, e scherza: “Non si vede la bandiera dei quattro mori dietro di me? Il mio orgoglio e la convinzione che sia stata una grande fortuna l’essere nata in Sardegna non moriranno mai”.
(di Ilaria Floris)