(Adnkronos) –
Il governo di Giorgia Meloni promosso a pieni voti soprattutto in politica estera. A fare un bilancio del lavoro dell’esecutivo a poco più di un anno dal suo insediamento è il ministro per la Protezione civile e il Mare, Nello Musumeci, ospite di Forum all’AdnKronos (guarda le foto).
“Al governo do il voto di 7-8. Il governo – sottolinea Musumeci – ha dovuto affrontare mille situazioni difficili, alcune previste altre no e credo che il voto più alto lo si debba alla politica estera. Il punto debole del centrodestra in campagna elettorale – ricorda – sembrava essere la non credibilità, di un governo di destra-centro perché questo è il nostro governo e non di centrodestra, nel rapporto con le potenze economiche non soltanto europee ma occidentali”.
“In termini di credibilità internazionale – sottolinea – Meloni ha acquistato ampio consenso perché mostra determinazione, fermezza, libertà di giudizio e questo è il primo essenziale punto critico che il governo ha saputo superare”.
“Davanti a noi – non nasconde Musumeci – ci sono altre criticità come quelle finanziarie, per la pesante eredità ricevuta dai precedenti esecutivi, ma io sono ottimista. E dico che a questo governo non c’è alternativa e non credo ci sia bisogno del rimpasto”. Tuttavia, afferma, “è il capo del governo che decide le sostituzioni, sarà lei a dover dire l’ultima parola, ma non credo ci siano valide ragioni per un rimpasto”.
“Voci sullo spread che sale e difficoltà del governo Meloni? Sembra di stare ai tempi di Monti, o meglio al tempo delle condizioni che determinarono l’avvento del governo Monti che fu una pagina meno felici della storia repubblicana, dice Musumeci. “Lo spread è un elemento contingente, guai se un governo dovesse scrivere la propria agenda su quanto avviene nella finanza internazionale -aggiunge- . Noi riteniamo che ci sia un tentativo della sinistra di mettere in difficoltà il governo, che viene temuto per la fermezza del suo leader e per il consenso diffuso che conquista non solo in Italia”. “Possiamo guardare ai prossimi cinque anni”, assicura.
In Parlamento, è mancata l’intesa su una risoluzione unitaria di tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, dopo l’attacco di Hamas a Israele: “Temo ci sia un po’ troppo ipocrisia sul tema, da sempre sono stato per la soluzione dei ‘due popoli e due Stati'”, per avere due Stati “che hanno il dovere e diritto di convivere, nel rispetto di una strategia internazionale che è purtroppo mancata in Medio Oriente”.
“Quanto accaduto ha vanificato lo sforzo portato avanti negli ultimi anni per una parvenza di pace”, sottolinea: “Rendere instabile quella zona rischia di far saltare i progetti di cooperazione a cui stiamo faticosamente lavorando”, aggiunge. “Ci sono segnali che allarmano, la posizione dell’Iran, il balbettio della Russia” una serie di cose “che mi fanno pensare che il conflitto possa interessare altre potenze, c’è una seria preoccupazione per questo”.
La costruzione del ponte che attraverserà lo Stretto di Messina? “Il dossier è seguito da Matteo Salvini, da siciliano posso assicurarle che da sempre ho auspicato la realizzazione del Ponte sullo Stretto, oggi è il Ponte dell’Europa, è una necessità in un Mediterraneo che cambia, il meridione è l’ideale base logistica per le merci, per la movimentazione delle persone e per la strategia energetica”. “Che la data dei cantieri possa essere il 2024 lo voglio sperare, ma se si dovesse attender ancora un anno non mi strapperei i capelli, dopo averne attesi 120”, conclude.
Il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare è poi tornato sul decreto Campi Flegrei: ”Evitiamo le polemiche – dice – ho grande rispetto per tutti i colleghi presidenti di Regione, mi fa piacere che il provvedimento sia stato apprezzato dal presidente della Regione Campania, dall’assessore alla protezione civile e dal sindaci che ricadono lì. Ci vorrà più denaro? Ma intanto l’ottimo è nemico del buono, cominciamo con quello che siamo riusciti a mettere assieme anche senza il concorso di altre istituzioni”. Musumeci ha chiarito: ”Ho ascoltato una dichiarazione del presidente della Regione De Luca che ha detto ‘è un buon provvedimento, è un buon decreto, Musumeci sta lavorando bene’. Altro ragionamento è la mancata partecipazione della Regione al concorso della spesa. Il che non blocca la nostra azione che va avanti. Spiega il presidente De Luca che loro non partecipano perché a suo avviso lo Stato non avrebbe assicurato le risorse legate al fondo di coesione e al Fsc – ha detto il ministro – Sono due argomenti diversi”.
”Noi ci troviamo di fronte a una emergenza legata a due rischi naturali: uno sciame sismico e il bradisismo, i due fronti sono correlati, la loro evoluzione non è conosciuta e non è possibile conoscerla, anche alla luce dei dati che emergono perché la zona è molto monitorata, h24 – ha spiegato – Il bradisismo che ha determinato il sollevamento del terreno potrebbe assume ritmi diversi o in calo o in eccesso. A fronte di una situazione particolarmente delicata come questa in un’area vasta con circa 400mila abitanti, il governo intanto ha fatto quello che nessuno aveva mai fatto e che andava fatto 30-40-60 anni fa: le misure di prevenzione, il piano di esodo e la verifica della vulnerabilità del costruito. Le case che ricadono addirittura sui vulcanelli a quale sollecitazione sismica potrebbero resistere, sono due strumenti di pianificazione che potevano essere adottati nel dopoguerra”. Musumeci ha poi spiegato che il 13 sarà ”a Pozzuoli con Sangiuliano perché ci occupiamo di mettere sotto tutela gli abitanti e subito dopo i beni privati pubblici e culturali. Quello che servirà più avanti lo vedremo”.
Sul sistema It-Alert ”contiamo di completare la fase di sperimentazione entro l’anno per poter correggere eventuali incongruenze che dovessero emergere”, ha annunciato. ”Non è che It-alert diventerà il salvavita ma sarà uno dei tanti strumenti che il cittadino avrà per essere avvisato di una condizione di allerta in previsione di un rischio che potrebbe verificarsi ma anche no”, ha aggiunto.