(Adnkronos) –
Revisione in arrivo per la crescita e i conti pubblici. La Nota di aggiornamento al Def attesa in Consiglio dei ministri domani indicherebbe un ribasso della stima su Pil e un rialzo di quella sul deficit ma la politica di bilancio prudente del governo dovrebbe contribuire a rassicurare i mercati. Dalla guerra in Ucraina al rialzo dei tassi della Bce, dai ritardi del Pnrr alla mina superbonus, sull’economia italiana gravano variabili esogene ed endogene che provocano un effetto tenaglia sulla ripresa post-Covid limitando il margine di manovra della prossima Legge di Bilancio.
Nella Nadef, a quanto si apprende, il pil verrebbe tagliato a +0,8% nel 2023 contro l’1% (programmatico) indicato ad aprile; nel 2024 invece la crescita tendenziale verrebbe ribassata a +1% dal +1,4%.
Revisione in arrivo anche per il deficit, dopo la decisione dell’Eurostat di valutare le spese del superbonus 2023 come ‘pagabili’, quindi da contabilizzare tutti su quest’anno portando l’asticella del disavanzo programmatico di quest’anno poco sopra il 5% dalla precedente stima del 4,5%. Per il 2024, invece, L’Eurostat attende la prima parte del prossimo anno, per decidere se sarà possibile applicare il principio ‘non pagabile’; in questo caso le spese verrebbero spalmante per gli anni di durata del credito d’imposta.
Intanto per 2024 il governo dovrebbe rimettere mano alla stima sul deficit superando la soglia del 4% programmatico per reperire risorse per la manovra di bilancio. A pesare è il ribasso del pil che comporta un rialzo del deficit tendenziale del 3,5% indicato in primavera azzerando il tesoretto da 4,5 miliardi di euro dovuto al margine con il deficit programmatico del 3,7%. Rialzando quest’ultima stima si libererebbero nuove risorse per finanziare gli interventi della Legge di bilancio.
In generale sulla Nadef al Mef gli uffici hanno calcolato diverse ipotesi che ora sarebbero al vaglio del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in attesa della decisione domani al Cdm.
Grande attesa anche per la stima sul debito, quella alla quale guardano gli investitori per decidere se comprare i titoli di stato. La previsione di aprile era del 142,1% nel 2023 e del 141,4% nel 2024.