(Adnkronos) – Dalle ‘lezioni americane’ del 1978 in alcune delle più prestigiose università degli States del primo dirigente del Pci invitato in Usa, agli incontri con George Bush prima e, soprattutto, con Barack Obama poi, con il quale l’allora Capo dello Stato italiano ha mostrato di avere un feeling particolare su molte delle questioni di politica internazionale sul tappeto. Per la Casa Bianca e per la diplomazia Usa, Napolitano è stato sempre ‘l’amico Giorgio’.
Una stima che si è consolidata nel tempo, gradualmente, già all’indomani del primo viaggio in Usa. Ma è con Obama che il rapporto tra Napolitano e Washington è diventato ‘speciale’, come dimostra la telefonata pochi giorni prima del termine del secondo mandato con la quale il Presidente Usa ha voluto rendere l’ennesimo omaggio al Capo dello Stato italiano, prossimo alle dimissioni, ringraziandolo per il suo “storico mandato” e per i suoi rilevanti contributi offerti “a vantaggio non solo della sua Nazione, ma anche dell’Europa e della comunità transatlantica”.
Sette volte, nel corso del suo doppio mandato, Napolitano ha incontrato Obama. Il Presidente Usa è stato ricevuto al Quirinale nel 2009 e nel marzo 2013. Napolitano è stato ospite alla Casa Bianca nel 2010 e nel 2013. Alle visite di Stato si affiancano gli incontri a L’Aquila, dopo il terremoto, nel luglio 2009 per il G8, a Varsavia, nel 2011, per il summit dei Capi di Stato dell’Europa centrale al quale ha preso parte anche il Presidente americano, e in Normandia nel giugno del 2014 per le celebrazioni del 70/mo anniversario dello sbarco alleato. In più di un’occasione i due Presidenti si sono sentiti telefonicamente per discutere di temi politici ed economici, soprattutto da quando la crisi economico-finanziaria si è fatta drammatica per l’Europa.
Tre gli incontri sull’asse Roma-Washington con il predecessore di Obama, George W. Bush: i due Capi di Stato si sono incontrati due volte nel 2007: a giugno Bush è venuto a Roma e nel dicembre dello stesso anno Napolitano ha ricambiato la visita recandosi a Washington. L’anno successivo, Bush è tornato al Quirinale per la sua ultima visita da Presidente degli Stati Uniti d’America.
La stima ed il rispetto della Casa Bianca per Napolitano sono emersi in tutta la loro evidenza nei ‘cable’ diffusi da Wikileaks e inviati nell’agosto del 2008 dall’allora ambasciatore Usa in Italia Ronald Spogli al vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney in occasione di una sua visita a Roma. Napolitano, scriveva il diplomatico americano, “continua ad esercitare la sua autorità con coscienza e ad essere una forza stabilizzatrice per il governo e il sistema, anche quando ciò lo rende ‘impopolare’ nel centrosinistra”.
Ancora giudizi positivi sull’inquilino del Colle in altri dispacci inviati delle feluche a Washington. Nel giugno 2009, alla vigilia del summit tra i Grandi della terra, è la numero due dell’ambasciata Usa a Roma, Elizabeth Dibble, che scrive direttamente a Obama, in vista di un incontro con il Presidente italiano: “Napolitano è sostanzialmente rispettato dai partiti di tutto lo spettro politico e la sua reputazione si è rafforzata per come ha gestito la crisi dell’ultimo Governo Prodi”. I diplomatici Usa non mancano nemmeno di sottolineare la grande considerazione di Napolitano per Obama che “ha ricostruito l’immagine americana danneggiata in seguito alle scelte prese dopo l’11 settembre”.