(Adnkronos) – Momenti di tensione durante quella che sarebbe dovuta essere una manifestazione pacifica in ricordo di una ragazza uccisa. Gli amici di Michelle Maria Causo, uniti nel corteo partito da via di Torrevecchia e diretto a Primavalle, ha bloccato il traffico per urlare giustizia. In testa la mamma della ragazza. Alle insistenze di una donna al volante di una macchina costretta a fermarsi, i ragazzi l’hanno aggredita prendendo a calci gli sportelli e rompendo uno specchietto. Tra i cartelli del corteo messaggi contro la violenza sulle donne.
Dopo aver bloccato il traffico, si sono mossi fino a via Dusmet per gridare contro gli inquilini della palazzina, dove il 17enne cingalese, in carcere per l’omicidio, viveva. “Sono responsabili di non aver sentito niente – dicono all’Adnkronos -. Ci hanno detto che dobbiamo andare via da qui, ma stiamo solo manifestando contro la violenza”. “La gente nel palazzo (quello dove viveva il cingalese in carcere per l’omicidio, ndr.) non ha sentito niente. E lo Stato dov’è?” continuano, prima di tornare a chiedere giustizia e a insultare gli agenti schierati in ordine pubblico gridando “via via la polizia”.
Un centinaio di ragazzi, tra i 15 e i 18 anni, che non facevano parte della manifestazione, si è radunato per le vie del quartiere per raggiungere l’abitazione del 17enne, arrestato per l’omicidio di Michelle Causo. Una volta arrivati sul posto, riferisce la nota della Questura, hanno “aperto con violenza il portone della palazzina e violato i sigilli per entrare e danneggiare l’appartamento”. Molti di loro sono stati identificati e saranno denunciati.
“Nessuno vuole la violenza, in primis Michelle, ma il ragazzo deve essere punito come merita. Queste cose devono finire per sempre” dice tra gli applausi la mamma di Michelle Maria Causo, la 17enne uccisa un mese fa a Primavalle. Alla guida del corteo che doveva pacificamente manifestare in ricordo della ragazza, ma che invece ha avuto diversi momenti di tensione anche contro i poliziotti, la donna ha poi continuato: “Lo Stato faccia il proprio lavoro perché è complice anche lui – ha detto ai manifestanti che chiedono l’ergastolo per il ragazzo arrestato – Un delinquente del genere non doveva stare a casa. Precedenti c’erano stati e nessuno ha fatto niente”.
“Ergastolo, ergastolo” urla il papà di Michelle mentre la mamma al megafono cerca di riportare alla calma gli animi surriscaldati di una manifestazione che ha perso i connotati pacifici più volte annunciati. “Mia figlia a casa non ci torna – urla il padre, sfogando la sua rabbia -. Quel ragazzo aveva precedenti per rapina e per aver rubato l’identità alle ragazzine. Tre volte avevano proposto gli assistenti sociali alla madre, che puntualmente li ha rifiutati. Se li avesse accettati, tutto questo non sarebbe successo. E lo Stato non ha fatto niente”. (di Silvia Mancinelli)