(Adnkronos) –
Basta donne in attesa di un figlio cacciate via. Lo ha ammonito il Papa a braccio ricevendo in udienza Confindustria: “Alle volte, una donna che è impiegata qui o lavora là, ha paura a rimanere incinta, perché c’è una realtà (non dico tra voi, ma c’è una realtà): appena incomincia ad avere la pancia, la cacciano via. ‘No, no, tu non puoi rimanere incinta’. Per favore, questo è un problema delle donne lavoratrici: studiatelo, vedete come fare che una donna incinta possa andare avanti, sia con il figlio che aspetta e sia con il lavoro”.
Bergoglio ha ribadito che è “un brutto inverno demografico, che va contro di noi e ci impedisce questa capacità di crescere. Oggi fare i figli è una questione, io direi, patriottica, pure, per portare il Paese avanti”.
SALARI – “E’ vero che nelle imprese esiste la gerarchia, è vero che esistono funzioni e salari diversi, ma i salari non devono essere troppo diversi” sottolinea il Papa. “Oggi – ha osservato – la quota di valore che va al lavoro è troppo piccola, soprattutto se la confrontiamo con quella che va alle rendite finanziarie e agli stipendi dei top manager”.
“Se la forbice tra gli stipendi più alti e quelli più bassi diventa troppo larga – ha avvertito – si ammala la comunità aziendale, e presto si ammala la società. Adriano Olivetti, un vostro grande collega del secolo scorso, aveva stabilito un limite alla distanza tra gli stipendi più alti e quelli più bassi, perché sapeva che quando i salari e gli stipendi sono troppo diversi si perde nella comunità aziendale il senso di appartenenza a un destino comune, non si crea empatia e solidarietà tra tutti; e così, di fronte a una crisi, la comunità di lavoro non risponde come potrebbe rispondere, con gravi conseguenze per tutti”.
” Il valore che voi create dipende da tutti e da ciascuno: dipende anche dalla vostra creatività, dal talento e dall’innovazione, ma dipende anche dalla cooperazione di tutti, dal lavoro quotidiano di tutti. Perché – ha osservato Bergoglio- se è vero che ogni lavoratore dipende dai suoi imprenditori e dirigenti, è anche vero che l’imprenditore dipende dai suoi lavoratori, dalla loro creatività, dal loro cuore e dalla loro anima: dipende dal loro ‘capitale’ spirituale”.
LAVORO – “Una delle gravi crisi del nostro tempo è la perdita di contatto degli imprenditori col lavoro: crescendo, diventando grandi, la vita trascorre in uffici, riunioni, viaggi, convegni, e non si frequentano più le officine e le fabbriche” dice il Papa ricevendo in udienza Confindustria. “Si dimentica “l’odore” del lavoro, non si riconoscono più i prodotti ad occhi chiusi toccandoli; e quando un imprenditore non tocca più i suoi prodotti, – ha avvertito Bergoglio- perde contatto con la vita della sua impresa, e spesso inizia anche il suo declino economico”.
“Nel mercato ci sono imprenditori “mercenari” e imprenditori simili al buon pastore che soffrono le stesse sofferenze dei loro lavoratori, che non fuggono davanti ai molti lupi che girano attorno. La gente sa riconoscere i buoni imprenditori” fa notare.
“Questo tempo non è un tempo facile per voi e per tutti”. Il Papa riceve la Confindustria in Vaticano e guarda in faccia alla realtà: “Sono lieto di potervi incontrare e, tramite voi, rivolgermi al mondo degli imprenditori, che sono una componente essenziale per costruire il bene comune, un motore primario di sviluppo e di prosperità. Questo tempo non è un tempo facile, per voi e per tutti. Anche il mondo dell’impresa sta soffrendo molto. La pandemia ha messo a dura prova tante attività produttive, tutto il sistema economico è stato ferito. E ora si è aggiunta la guerra in Ucraina con la crisi energetica che ne sta derivando”. “In queste crisi soffre anche il buon imprenditore, che ha la responsabilità della sua azienda, dei posti di lavoro, che sente su di sé le incertezze e i rischi”.
GIOVANI – “Lavoro per tutti in particolare per i giovani” che, ha osservato Bergoglio, “hanno bisogno della vostra fiducia, e voi avete bisogno dei giovani, perché le imprese senza giovani perdono innovazione, energia, entusiasmo”.
“Da sempre – ha sottolineato – il lavoro è una forma di comunione di ricchezza: assumendo persone voi state già distribuendo i vostri beni, state già creando ricchezza condivisa. Ogni nuovo posto di lavoro creato è una fetta di ricchezza condivisa in modo dinamico. Sta anche qui la centralità del lavoro nell’economia e la sua grande dignità”.
UCRAINA – Il Papa ha ringraziato Confindustria ” per il vostro sostegno concreto al popolo ucraino, specialmente ai bambini sfollati, perché possano andare a scuola”.