(Adnkronos) –
Prima la pioggia di razzi, poi i blitz via terra, accompagnati da droni. Hamas ha sferrato un attacco a 360 gradi contro Israele, un’operazione militare ‘totale’ che ha sorpreso per portata, strategia e effetti, paragonabili a quelli dell’attacco di Pearl Harbor contro la flotta degli Usa nel dicembre 1941. “Quello in Israele è un attacco complesso, premeditato, e ben pianificato, non una classica incursione di terrorismo come quelle che si verificano spesso in Israele, con tra l’altro presenza di infiltrati palestinesi già entrati in Israele da giorni se non da mesi. Un attacco pianificato anche con droni”, dice all’Adnkronos il generale Giorgio Battisti, primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afghanistan e membro del Comitato Atlantico.
I video diffusi da Hamas attraverso i social mostrano un ampio utilizzo chirurgico dei droni, usati per colpire in particolare mezzi israeliani. “Sicuramente i droni ormai sono parte di queste azioni: lo abbiamo visto nella guerra in Ucraina e lo abbiamo visto anche nel conflitto tra Armenia e Azerbaijan, giocano un ruolo importantissimo – ha aggiunto Battisti – Quello che il drone vede, il drone riesce a colpire, dato che viene pilotato, quindi è molto preciso”.
“Non è per nulla esagerato definire l’attacco di Hamas come la Pearl Harbor di Israele. Una percezione questa che aiuterà ad immedesimarsi meglio nella reazione furiosa di Gerusalemme, pari a quella statunitense in dimensioni determinazione ed efficacia. Una reazione che non tarderà e l’impressione è che questa volta raderà al suolo i territori occupati senza troppi riguardi”, dice il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e attuale presidente della Fondazione Icsa.
“Per contro, è strano come le forze armate israeliane si siano lasciate sorprendere, a tutti sarebbe potuto succedere ma non a loro, quindi sia l’intelligence che i militari dovrebbero, nei tempi e nei modi consentiti, verificare con accuratezza i sistemi nazionali di reazione ad attacchi di sorpresa. -sottolinea- Stupisce anche la capacità operativa di Hamas, pari ai reparti più addestrati delle forze speciali più professionali, e questa non è una buona notizia per nessuno, stiamo parlando di terroristi per i quali Israele è un bersaglio privilegiato ma non esclusivo”.
“Una lezione che l’Occidente e tutti gli ‘infedeli’ nell’ottica del radicalismo stragista dovrebbero apprendere, considerata anche la colpevole sonnolenza con cui è stata da tutti abbassata la guardia rispetto al terrorismo di matrice islamica. – ha concluso Tricarico – Intelligente anche la scelta dei terroristi di attaccare via terra, minori infatti sarebbero state le chances con l’utilizzo esteso di componenti aeree quali i droni per cui Israele ha le difese più attrezzate al mondo”.