(Adnkronos) – “La multidisciplinarietà è il succo della medicina. Se non si lavorasse con i ‘vicini’, ovvero con i colleghi delle diverse discipline, non potremmo avere una terapia adeguata per i pazienti. La collaborazione tra specialisti è ancora più importante quando si parla di farmaci biologici come mepolizumab, già utilizzato per altri aspetti della stessa rinosinusite cronica con poliposi nasale (CRSwNP). Dobbiamo quindi fare tesoro dell’esperienza che ci arriva dai nostri colleghi immunologi, pneumologi e allergologi, e dobbiamo lavorare all’individuazione di un percorso terapeutico ottimale per ogni paziente. Ci sono tanti farmaci biologici, oggi noi ci chiediamo quale utilizzare per ogni singolo paziente. Questa è la medicina di precisione”. Lo ha detto Frank Rikki Mauritz Canevari, professore all’università di Genova ospedale San Martino e presidente dell’Accademia italiana di rinologia (Iar), a margine dell’incontro di Gsk ‘Nuove frontiere in CRSwNP: la terapia di precisione con mepolizumab’, che si è svolto nell’ambito del 109° Congresso nazionale della Sio (Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale), in corso fino a domani a Milano.
“Il Pdta (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) nasce dall’Accademia italiana di rinologia – ha spiegato il presidente della Iar – ed è stato adottato dalla Regione Liguria sia per avere un’appropriatezza prescrittiva sia nell’ottica di un risparmio economico. E’ un modello virtuoso, che sta per essere copiato da varie Regioni, tra cui Lazio e Lombardia. Prevede il lavoro multidisciplinare, la corretta fenotipizzazione ed endotipizzazione del paziente alla baseline, ma non solo: il Pdta descrive anche come deve essere seguito il paziente nell’arco del tempo. Questo atteggiamento deve essere adottato da tutti gli specialisti, affinché si possa seguire questi pazienti, che hanno molte problematiche gravi, in maniera rigorosa”.