(Adnkronos) – “Da quello che emerge dal nostro studio, non sono gli investimenti sbagliati o le conseguenze della crisi globale a far fallire le piccole e medie imprese, ma è la mancanza di strumenti innovativi e digitali per il controllo e la pianificazione strategica. Attraverso l’utilizzo di queste innovative skill si può monitorare e anticipare la debacle economica in modo efficace, agendo di conseguenza con scelte che diano linfa vitale per minimizzare le conseguenze negative per sé stessi e tutti gli stakeholder coinvolti”. A dirlo Roberto Portelli direttore del Centro studi nazionale “Digital Suite” che sull’argomento ha organizzato anche un webinar nazionale dal titolo “Perché le aziende falliscono”, il prossimo 16 maggio (è possibile seguirlo collegandosi al link https://www.eventbrite.com/e/biglietti-perche-le-aziende-falliscono-632658216757) e al quale parteciperà, tra gli altri anche il vicepresidente nazionale di Consumatori Associati Francesco Fiorillo.
“E’ dunque – continua Portelli – sempre più necessario un approccio tecnologico alla crisi d’impresa, adottando strategie e strumenti innovativi per una giusta pianificazione e poter uscire dalle difficoltà economiche”. In questo ambito le tecnologie abilitanti sono fondamentali sia a livello gestionale ed organizzativo che proattivo, ed in tal senso, l’ambito della digital transformation risulta oggi essenziale, il che non è proprio scontato e nemmeno totalmente compreso. La problematica pertanto si amplia quando è assente il contesto della cultura digitale in molte imprese, specie nelle Pmi che sono quelle che al momento soffrono di più”. “In un momento di grande incertezza globale – prosegue Portelli- nel quale le aziende faticano a sopravvivere, molte sono le variabili indipendenti dalla volontà aziendali e dalle risorse degli imprenditori: la crisi è una minaccia costante che può ampliare le problematiche produttive ed organizzative, e può colpire qualsiasi impresa anche la più sana dal punto di vista economico. Da quello che è emerso ancora dai nostri studi, in molti casi, ad aggravare la situazione si aggiunge una gestione improvvisata, impropria o difficoltosa dei flussi di cassa, per questo è fondamentale utilizzare strumenti innovativi. Sotto il profilo economico difatti, si naviga spesso a vista, senza una visione precisa ed aggiornata delle entrate e uscite. Rispetto alle fluttuazioni, alla volatilità del mercato ed al susseguirsi delle crisi, tuttavia l’aspetto finanziario è una delle poche condizioni che può essere potenzialmente governata. Ciò implica non solo la capacità di gestire le finanze, ma anche di prevedere ed agire di conseguenza, identificando la scelta della strategia più adeguata a secondo delle specifiche circostanze dell’impresa con un piano d’azione dettagliato. La difficoltà maggiore consiste nel riuscire ad integrare le numerose esigenze di monitoraggio in un’unica visione, che comprenda l’analisi dei dati storici relativi ai flussi di cassa e la previsione di quelli futuri sulla base di previsioni di vendite e costi, ottimizzata per il governo generale dell’impresa, compresi gli aspetti legati alle risorse umane, alla produttività commerciale e a tutti gli impegni aziendali”.
“Si sono scritti d’altronde – conclude Portelli – fiumi di parole sull’argomento, ed oggi i sistemi “fintech” potrebbero svolgere un ruolo decisivo nel monitorare i flussi di cassa, sostegno vitale di ogni azienda. Il ricorso a strumenti e soluzioni ad hoc diventa fondamentale per individuare segnali precoci di difficoltà, affidandosi a modelli predittivi che consentono all’amministrazione di avere una chiara visione dell’andamento economico, prevenire la mancanza di liquidità e dunque la crisi d’impresa”. D’accordo anche l’avvocato Francesco Fiorillo che ha sottolineato: “nella mia professione ho notato che la maggior parte degli imprenditori che si trovano in difficoltà economiche si sono fatti trascinare nel baratro dalle loro emozioni o sensazioni, lasciandosi guidare dall’istinto; molto spesso quando si rivolgono a noi è troppo tardi e pur affidandosi alla legge e cercando di smascherare truffe o di attingere a fondi specifici per pagamenti dilazionati, non si riesce ad evitare la bancarotta. Se si fossero affidati a software digitali che mostrano loro più scenari possibili, comportandosi con più razionalità, probabilmente avrebbero evitato le conseguenze più gravi”.