(Adnkronos) –
Diventano definitive le assoluzioni per gli ex ufficiali del Ros, il generale Mario Mori, il generale Antonio Subranni e l’ufficiale dei carabinieri Giuseppe De Donno e per l’ex senatore Marcello Dell’Utri nel processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. I giudici della Sesta Sezione Penale della Cassazione hanno confermato le assoluzioni per Mori, De Donno e Subranni annullando senza rinvio la sentenza con la formula “per non aver commesso il fatto”.
MORI – “Sono parzialmente soddisfatto considerando che per 20 anni mi hanno tenuto sotto processo. Ero convinto di non avere fatto nulla, il mio mestiere lo conosco, so che se avessi sbagliato me ne sarei accorto”, dice Mori uscendo dal Palazzaccio dopo la sentenza.
“Abbiamo dovuto aspettare 20 anni per la verità”, dice all’Adnkronos De Donno. “Ho sempre servito lo Stato e combattuto la mafia. Il nome del Ros e l’Arma sono stati infangati. Finalmente ci è stata restituita la dignità”.
I giudici hanno dichiarato la prescrizione per il boss corleonese Leoluca Bagarella e per il medico Antonino Cinà. I giudici hanno riqualificato il reato di violenza e minaccia a un corpo politico dello Stato nella forma del tentativo. Con la riqualificazione la fattispecie del reato è andata in prescrizione.
DELL’UTRI – “Questo processo non doveva neanche cominciare, alla luce di come è finito. Marcello Dell’Utri era estraneo a tutte le accuse e ora gli viene riconosciuto anche dalla Corte di Cassazione”. A parlare con l’Adnkronos è Francesco Centonze, legale dell’ex senatore di Forza Italia Dell’Utri. “La trattativa era insussistente – dice il legale – E in ogni caso Dell’utri era estraneo. Oggi viene riconosciuto un lavoro di questi anni ma non abbiamo mai dubitato che finisse così”. E parlando degli ultimi anni tra indagini, processo di primo e secondo grado, Centonze dice: E’ chiaro che è stato un periodo durissimo – spiega – 30 anni di processo che avrebbero fiaccato chiunque. La verità che Dell’Utri ci trasmetteva andava in questa direzione, non abbiamo mai dubitato che dovesse finire in questo modo”.
LUZI – Non nasconde la propria “soddisfazione” il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi, nel commentare all’Adnkronos la sentenza che ha assolto definitivamente i carabinieri Mori, De Donno e Subranni. “Le sentenze vanno rispettate, sono contento per l’esito e perché si è finalmente arrivati al termine di una lunga vicenda giudiziaria”, aggiunge il Comandante generale dell’Arma.
FAMILIARI VITTIME GEORGOFILI – “Siamo stupiti e delusi delle conclusioni del procedimento in Cassazione perché ben altri 5 giudizi precedenti avevano confermato quella improvvida trattativa era stata l’antefatto della decisione della mafia di spostare i propri attacchi allo Stato nel 1993 a Firenze, Roma e Milano” afferma il presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili di Firenze, Luigi Dainelli. L’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili di Firenze, in una nota, ricorda che “per 5 sentenze precedenti la trattativa Stato-mafia del 1992 c’è stata; che tale trattativa per la Cassazione costituisce reato di tentata minaccia ai Governi Amato e Ciampi e che il Ros non ha concorso nel tentativo di minaccia al Governo. Resta dunque il fatto storico inoppugnabile che quella trattativa, interrotta con la cattura di Riina, portò alle stragi in continente del 1993 e al sangue innocente di Caterina e Nadia Nencioni, dei suoi genitori e di Dario Capolicchio”.