(Adnkronos) – Stasera scendono in campo contro, ai Mondiali in Qatar. C’è il calcio ma c’è anche molto altro. Iran e Stati Uniti si scontrano da sempre. L’occidente contro lo stato islamico, i rapporti interrotti, le sanzioni, la minaccia nucleare e lo scontro sul petrolio, la censura dell’escalation di violenze degli ultimi mesi e, dall’altra parte, la resistenza alle ingerenze di quello che la teocrazia Sciita considera il grande Satana del mondo.
Nel Mondiale delle contraddizioni, soprattutto per gli aspetti extra calcio, il sorteggio che ha messo di fronte Stati Uniti e Iran, in questa fase storica e proprio in Qatar, sembra quasi uno scherzo del destino.
A mettere contro le due nazionali sono, prima ancora del calcio di inizio, la storia, la geopolitica, i diritti civili. E gli ultimi sviluppi in Iran, con la repressione della protesta sotto i riflettori, hanno complicato ancora lo scenario. Il precedente dell’ultimo incontro in un Mondiale aiuta a capire quanto. Risale a Francia ’98, quando le due squadre si sfidarono a Lione. La nazionale iraniana e la nazionale statunitense in quell’occasione posarono per una foto di gruppo insieme prima dell’inizio della partita. All’epoca presidente della Repubblica islamica era il riformista Mohammed Khatami, su cui l’Occidente riponeva grandi speranze, e alla Casa Bianca sedeva Bill Clinton. Per la cronaca, l’Iran vinse 2-1.
Oggi è difficile che si possa vivere la partita nello stesso clima di ventiquattro anni fa. La tensione è alta. Alimentata anche dalla provocazione della bandiera iraniana contraffatta, senza il simbolo della Repubblica islamica, pubblicata sui social ufficiali della nazionale americana in segno di sostegno alla protesta anti regime, e dalla replica iraniana, che ha addirittura chiesto l’esclusione dai Mondiali degli Usa. In campo, tornando al calcio, le due nazionali si giocano la qualificazione agli ottavi.