(Adnkronos) – Sarà un giorno di attese, per re Carlo, quello del suo 75esimo compleanno. Aspettative sia belle che brutte, ma iniziamo dalle seconde: si è saputo che il figlio minore, il principe Harry, il 14 novembre non andrà alla festa del padre a Clarence House. Ad appena due mesi dal suo rifiuto di recarsi a Balmoral per l’anniversario della morte della regina, il duca di Sussex ha infatti snobbato anche l’invito paterno, che, per molti osservatori, sarebbe stato un tentativo da parte del sovrano di porgere un ramoscello d’ulivo a suo figlio con cui non parlerebbe dal giorno dei funerali di Elisabetta II e che non vedrebbe, assieme alla nuora Meghan e i nipotini Archie e Lilibet, dalle celebrazioni del Giubileo di platino dello scorso anno.
Un’aspettativa delusa, dunque, per king Charles, quella di poter finalmente ‘scongelare’ il suo rapporto con il figlio, ma il re potrà tuttavia rifarsi con il tanto atteso annuncio del ‘Coronation Food Project’, la sua iniziativa contro lo spreco alimentare, i cui contenuti il sovrano svelerà proprio il giorno del suo compleanno. Il problema del cibo gettato nel Regno Unito – afflitto da un’inflazione alle stelle che ha finito di colpire il prezzo degli alimenti, il cui costo alcuni mesi fa in alcuni casi è schizzato fino a un +20% – si ‘scontra’ tuttavia con un’opulenta torta a grandezza naturale che raffigura re Carlo e che è stata realizzata per la Cake International di Birmingham dalla cake artist gallese Emma Jayne utilizzando 60 kg di glassa, cioccolato modellabile e marshmallow.
Una cosa è certa: la festa di compleanno di Carlo, nella sua casa di Londra, sarà ristretta a una cerchia di familiari più piccola di quanto il re sperasse. E se non un altro, l’augurio che il sovrano potrà farsi, sia per rispetto verso il suo impegno contro lo spreco alimentare, che nei confronti della propria salute, è quello di non vedersi recapitare la torta che gli assomiglia in modo impressionante e che Charles (sembra che faccia proprio così, dando per primo il buon esempio) sarebbe costretto a mangiare per giorni, fino all’ultima fetta.