(Adnkronos) – Passa la linea del dialogo sul salario minimo che approderà in Aula il prossimo giovedì 27 luglio. Nella riunione in Commissione Lavoro della Camera non sono stati votati emendamenti, compreso quello soppressivo del provvedimento presentato dalle opposizioni unite.
“La seduta della Commissione Lavoro stasera è andata come negli accordi. Andremo in Aula – ha spiegato in una nota il Presidente Walter Rizzetto (FdI) – senza il mandato al relatore e senza aver votato gli emendamenti. Questo presuppone che la maggioranza ha intenzione di parlare del tema e poi ritornare appena possibile in Commissione per approfondire questa ed altre proposte che arriveranno anche dalla maggioranza”.
Soddisfatti i componenti di Fratelli d’Italia per i quali “passa la linea Meloni. Il testo arriva direttamente in aula in quanto, in commissione Lavoro, tutte le forze politiche hanno convenuto che con maggiore tempo si possa arrivare a una proposta frutto del confronto auspicato dal presidente del Consiglio. L’aumento delle buste paga dei lavoratori è una priorità per Fratelli d’Italia che infatti ha agito, fin dall’inizio della legislatura, su questo campo a partire da un taglio record del cuneo fiscale”.
“Si va in aula con il nostro testo”, esulta dal canto suo Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro. E la capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera Valentina Barzotti sottolinea come “il fatto che alla fine, in commissione Lavoro, l’emendamento soppressivo alla nostra pdl per l’introduzione del salario minimo proposto dalla maggioranza non si sia votato è il segno evidente che la strategia delle opposizioni ha funzionato”.
“La pdl andrà in Aula giovedì e ci auguriamo che la maggioranza intenda discuterla nel merito, senza ricorrere a sotterfugi o rinvii. Il tema del lavoro povero esiste, non è uno slogan come dice la premier Meloni ma riguarda 4 milioni di lavoratrici e lavorarori. Pertanto, va affrontato subito. La nostra proposta è chiara: valorizzazione della contrattazione collettiva ‘sana’ e soglia minima di dignità a 9 euro lordi l’ora. Approviamola quanto prima: è il Paese che ce lo chiede”.