(Adnkronos) – Il M5S “esprime la propria sfiducia al ministro del Turismo, senatrice Daniela Garnero Santanchè, e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni”. E’ quanto si legge nella mozione di sfiducia presentata in Senato dal Movimento a prima firma del capogruppo Stefano Patuanelli, che sarà discussa domani in Aula dalle 10, a Palazzo Madama, con voto atteso in mattinata. Nel testo si ricostruisce la vicenda: “Valutato che sono ormai noti i contenuti delle inchieste giornalistiche che hanno coinvolto la ministra Santanchè già dal novembre 2022” e che nel “2011 la ministra, che all’epoca dei fatti ricopriva la carica di senatrice e di sottosegretario, partecipa all’acquisizione del gruppo Ki Group S.p.A., attivo nella distribuzione dell’alimentare biologico”, si legge nella prima parte.
I pentastellati poi ricordano che “dal 2019 i bilanci della società vengono sistematicamente bocciati dalla società di revisione, mentre i crediti dei fornitori vengono trasferiti alla neonata Ki Group S.r.l.. Alla chiusura del bilancio del 2021, dopo soli 2 anni di attività, il debito nei confronti dei fornitori ammonta già a oltre 3 milioni di euro”. E ancora: “Le testimonianze degli ex dipendenti di Ki Group sono desolanti: l’ammontare complessivo delle liquidazioni che devono essere ancora pagate è di circa 800.000 euro e sono centinaia i dipendenti che aspettano ancora il versamento del trattamento di fine rapporto”.
Fari puntati anche sulle “irregolarità e operazioni finanziarie fumose anche nella gestione di un’altra delle società di cui è socia la ministra, la Visibilia editore S.p.A., proprietaria di numerose riviste”. “Anche in questo caso, i bilanci sono in costante passivo e anche in questo caso viene sottolineata la prassi già adottata di celare le perdite mediante la costituzione di nuove società, con operazioni finanziarie spregiudicate e artifizi contabili”, si legge. “Nel 2017 – continua la mozione – vengono licenziati tutti i dipendenti dei giornali che fanno capo a Visibilia editore che, nel 2019, per far fronte a una grave crisi di liquidità, ottiene un prestito di circa 3 milioni di euro da una società di investimento degli Emirati arabi, la Negma”, arrivando a “plusvalenze ottenute da Negma sproporzionate rispetto al prestito erogato”.
Inoltre “sarebbe emerso che un ex dipendente di Visibilia con ruoli di responsabilità sia stato posto in cassa integrazione a zero ore a sua insaputa, avvalendosi delle misure straordinarie messe in capo dal Governo per sostenere imprenditori e lavoratori durante l’emergenza pandemica e che avrebbe invece continuato a svolgere il proprio lavoro”.
“Ferme restando le eventuali responsabilità che verranno in caso accertate nelle sedi opportune, i fatti esposti minano fortemente la credibilità della Ministra e pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere le delicate funzioni alle quali è chiamata, nonché sull’opportunità della sua permanenza a ricoprire una carica governativa di primo piano e di piena rappresentanza politica”, scrivono i pentastellati. Ma “la situazione soggettiva del ministro del turismo, alla luce dei fatti emersi, risulterebbe sempre più incompatibile con la delicatezza degli incarichi ricoperti, non potendo l’Italia proseguire ad avere un Governo i cui membri espongano il sistema Paese a situazioni perniciose derivanti dalla commistione di interessi pubblici e privati”.
“E’ imprescindibile che il nostro Paese e le sue istituzioni siano salvaguardate, nel loro prestigio e nella loro dignità, anche attraverso il doveroso principio di ‘onorabilità’ per coloro cui sono affidate funzioni pubbliche”, conclude il testo.