(Adnkronos) – Via libera del Consiglio dei ministri oggi a un nuovo ‘pacchetto sicurezza’. Le misure che hanno ottenuto il disco verde – a poche ore dall’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri competenti con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze del personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico – sono le norme che introducono più tutele per le forze dell’ordine, oggetto di violenza o lesioni, un nuovo reato per punire chi partecipa e/o organizza rivolte nelle carceri, il contrasto alle occupazioni abusive con procedure ‘lampo’ per la liberazione degli immobili, la stretta alle truffe nei confronti degli anziani, oltre a misure specifiche anti-borseggio e anti-accattonaggio dei minori.
“Orgogliosa dell’importante ‘pacchetto sicurezza’ approvato oggi in Consiglio dei Ministri” scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Il governo ha predisposto un importante pacchetto di norme, misure concrete tutte orientate e finalizzate a valorizzare il ruolo degli operatori dei comparti sicurezza e difesa e del soccorso pubblico” dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Si migliora in maniera significativa la qualità del lavoro di chi è impegnato ogni giorno a tutelare la sicurezza dei cittadini. Inoltre, finalmente ripartirà la contrattazione dei primi due trienni mancanti per il personale dirigente delle forze di polizia e delle forze armate”.”Ci sono ulteriori passi avanti nel percorso di attuazione della previdenza integrativa. E si stanziano fondi destinati a dare un concreto riconoscimento alla ‘specificità’ del comparto. C’è poi una legge delega per il correttivo al riordino del corpo dei Vigili del Fuoco, per valorizzarne funzioni e compiti al fine di incrementarne le capacità operative”.
Nel pacchetto sicurezza è introdotto un nuovo delitto, perseguibile a querela della persona offesa, che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui o comunque impedisce il rientro nell’immobile del proprietario o di colui che lo deteneva. Per rendere più efficace questa norma vengono introdotte due misure che il governo giudica “molto innovative”. La prima è che è prevista una causa di non punibilità per l’occupante che collabora all’accertamento dei fatti e lascia volontariamente l’immobile occupato. Nella seconda viene disciplinato un apposito procedimento, molto veloce, per ottenere la liberazione dell’immobile e la sua restituzione a chi ne ha diritto. In via ordinaria su questo provvederà il giudice, ma nei casi urgenti, in cui l’immobile occupato sia ad esempio l’unica abitazione della persona offesa, è prevista la possibilità che la liberazione/restituzione dell’immobile sia effettuata direttamente dalle forze di polizia che hanno ricevuto la denuncia, fermo l’intervento successivo di convalida del pubblico ministero e del giudice.
Ok anche a misure anti-borseggio, anti-accattonaggio dei minori e a una novità per le detenute madri. In particolare, per quanto riguarda le norme che vanno a colpire i borseggiatori il Questore potrà disporre il divieto di accesso nelle metropolitane, nelle stazioni ferroviarie e nei porti per chi è già stato denunciato o condannato per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio o la persona commessi in quei luoghi. Nei processi penali per tali reati compiuti nelle metropolitane e nelle altre aree del trasporto pubblico, il giudice, ove la legge consenta la sospensione condizionale della pena, dovrà comunque prevedere il divieto di accesso a tali luoghi. Si introduce, inoltre, una norma per sanzionare chi impiega minori nell’accattonaggio. Alle norme già previste per punire chi organizza o favorisce quest’attività, si aggiunge una specifica norma per punire chi induce all’accattonaggio un minore di 16 anni invece di mandarlo a scuola o lo costringe con la violenza o la minaccia.
Quanto alla stretta sulle detenute madri, si prevede un regime più articolato per l’esecuzione della pena per le donne condannate quando sono in stato di gravidanza o sono madri di figli fino a tre anni. Non è più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena, ma è mantenuta tale facoltà in presenza dei requisiti di legge. Tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice ci sarà, per esempio, la recidiva. È stata poi prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli fino a un anno di età.
”C’è questo fenomeno un po’ sgradevole dell’utilizzo della condizione di maternità come esimente in caso di commissione di reato” dice il ministro dell’Interno. “Abbiamo previsto non più come obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena a carico di chi commette reati in questa condizione ma come facoltativo valutato dal giudice in presenza di eccezionali condizioni”. ”La norma – spiega – riguarda reati ricorrenti come quelli commessi dalle borseggiatrici nelle infrastrutture di trasporto”.
Gli agenti di pubblica sicurezza, già autorizzati al porto di un’arma da fuoco di servizio, potranno detenere un’arma da fuoco privata, diversa da quella di ordinanza, senza altra licenza. La norma in questione, molto attesa dal comparto consentirà agli agenti di avere, fuori servizio, un’arma più leggera al posto di quella d’ordinanza.
Nel pacchetto di norme approvate c’è, conferma il ministro dell’Interno, “l’autorizzazione per gli agenti di pubblica sicurezza a portare senza licenza fuori servizio per impedire la commissione di un reato o in borghese un’arma diversa da quella di ordinanza”.
Si introduce un nuovo reato che punisce chi organizza o partecipa a una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o con altre condotte pericolose. La pena è da 2 a 8 anni per chi organizza la rivolta e da 1 a 5 anni per chi partecipa. Sono previste apposite aggravanti, fino a dieci anni, nel caso di uso di armi. Un’ulteriore fattispecie di reato punisce chi istiga la rivolta, anche dall’esterno del carcere, con scritti diretti ai detenuti.
Abbiamo previsto, aggiunge il ministro dell’Interno Piantedosi, “un inasprimento della pena per chi istiga alla disobbedienza in materia di ordine pubblico se il fatto è commesso all’interno di un istituto penitenziario”, l’introduzione del ”reato di rivolta in istituto penitenziario” e l’introduzione di ”rivolta organizzata all’interno della struttura di trattenimento per migranti irregolari”. Si tratta di strutture diverse dagli istituti penitenziari, ha spiegato, ma che ”hanno in qualche modo ambienti assimilabili”. Viene quindi introdotta, spiega, ”la pena da uno a sei anni per condotte analoghe a quelle della rivolta nell’istituto penitenziario anche per condotte commesse nelle strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti”. ”Non vuole essere una misura manifesto ma spesso si sono registrate situazioni che hanno messo addirittura a repentaglio” la vita degli stessi ospiti di questi centri, ha detto.
Il pacchetto sicurezza del governo interviene anche sul fronte dei blocchi stradali. La norma attualmente in vigore punisce con una sanzione amministrativa chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo. Il provvedimento approvato stabilisce che questa fattispecie diventi reato nel momento in cui risulti particolarmente offensiva e allarmante sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente.
“La norma ha previsto l’elevazione a delitto dell’illecito amministrativo per chi fa il blocco stradale da sei mesi a due anni se il fatto è commesso peraltro da più persone che sono riunite” ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in conferenza stampa al termine del Cdm.
Prevista anche una stretta sulle truffe commesse ai danni degli anziani e delle persone più fragili. Viene aumentata la pena di reclusione da 2 a 6 anni per la truffa aggravata e viene prevista, per quest’ipotesi, anche la possibilità per le forze dell’Ordine di procedere all’arresto in flagranza.
Previsto un aggravamento di pena nei casi in cui i reati di violenza, minaccia o resistenza a pubblico ufficiale siano commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Viene introdotto anche un aggravamento di pena per le lesioni cagionate nei loro confronti. È aumentata la pena per chi imbratta beni mobili o immobili in uso alle forze di polizia o ad altri soggetti pubblici, se il fatto è commesso con la finalità di ledere il prestigio o il decoro dell’istituzione.
La polizia locale potrà accedere, ha detto il ministro Piantedosi, “alle informazioni del centro elaborazione dati nella disponibilità delle forze di polizia”. In Cdm abbiamo approvato, spiega, un “provvedimento di delega al governo per la riforma delle polizie locali”.