(Adnkronos) – Ci sarà anche molta Italia ad andare a caccia dei misteri ancora aperti dell’Universo con la missione Euclid dell’Esa che promette di svelare molti segreti della vita del cosmo tra cui l’antimateria. Euclid creerà inoltre una mappa 3D dell’Universo – il tempo rappresenterà la terza dimensione – osservando miliardi di galassie distanti fino a 10 miliardi di anni luce, per più di un terzo del cielo. Per la prima volta la missione Euclid realizzerà un ‘tesoro inestimabile’ di dati sulla storia dell’Universo perché è stata concepita per esplorare l’evoluzione del cosiddetto “Universo oscuro”. Euclid, sarà lanciata a luglio prossimo – su un razzo Falcon 9 di SpaceX da Cape Canaveral in Florida, negli Stati Uniti – ed è una missione che parla molto italiano. A bordo del satellite c’è infatti molta scienza italiana grazie a Asi, Inaf, Infn e università, e molta tecnologia grazie alle industrie del nostro Paese prime fra tutte Thales Alenia Space Italia e Leonardo. A fare il punto, a poche settimane dal lancio, sul contributo made in Italy a Euclid è stata l’Agenzia Spaziale Italiana che ha promosso oggi una conferenza nel suo quartier generale, a Roma, a cui hanno partecipato Barbara Negri, Responsabile Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Asi, Giuseppe Racca, Project Manager Esa della missione Euclid; Anna Maria Di Giorgio di Inaf, Coordinatore tecnico-scientifico dell’accordo Asi-Inaf per il supporto alle attività per la missione Euclid; Luca Stanco, Responsabile Nazionale Infn per Euclid; Walter Cugno, Responsabile Esplorazione e Scienza Thales Alenia Space. Euclid potrà restare in orbita circa sei anni, a una distanza media di 1,5 milioni di chilometri oltre l’orbita terrestre. Con l’osservazione dell’evoluzione dell’Universo negli ultimi 10 miliardi di anni, Euclid rivelerà come si è espanso e come si è formata la sua struttura nel corso della storia cosmica. A partire da questi dati, gli scienziati saranno in grado di desumere le proprietà dell’energia oscura e della materia oscura, che insieme contribuiscono al 95% dell’Universo, e della gravità, chiarendo meglio la loro esatta natura. “La missione Euclid ha messo in gioco l’intera comunità scientifica nazionale, ha messo in gioco l’Italia scientifica” ha scandito Barbara Negri, Responsabile Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Asi, intervendo alla conferenza a Roma. “La missione Euclid ha messo in gioco l’intera comunità scientifica nazionale, ha messo in gioco l’Italia scientifica“, ha scandito Barbara Negri, Responsabile Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Asi, nel corso della conferenza.
“La missione di Euclid non ci deluderà, assolutamente. Anzi il satellite invierà dati originali, misurati con accuratezza estrema e che potranno veramente essere applicati in qualsiasi teoria anche quelle non ancora pensabili” ha sottolineato Giuseppe Racca, Project Manager dell’Esa della missione Euclid. Con l’osservazione dell’evoluzione dell’Universo negli ultimi 10 miliardi di anni, Euclid rivelerà come il cosmo si è espanso e come si è formata la sua struttura nel corso della storia cosmica. A partire da questi dati, gli scienziati saranno in grado di desumere le proprietà dell’energia oscura e della materia oscura, che insieme contribuiscono al 95% dell’Universo, e della gravità, chiarendo meglio la loro esatta natura. E’ “un lavoro straordinario e entusiasmante svolto nel corso di dieci anni da parte del team di programma di Thales Alenia Space e dell’intero consorzio industriale per portare a compimento questa sfidante e ambiziosa missione scientifica dell’Esa che impiega altissime conoscenze e tecnologie disponibili in Europa” ha commentato Walter Cugno, Vp Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space, la Joint Venture tra Thales 67% e Leonardo 33% prime contractor per la realizzazione del satellite Euclid e che è a capo di un consorzio industriale costituito dalle maggiori aziende spaziali europee e che si avvale dei contributi scientifici di Università e centri di ricerca specializzati. Cugno ha ringraziato “di cuore il team che con i contributi da Spagna, Belgio e Francia, ha portato avanti un lavoro sinergico e puntuale confermando la capacità assoluta di Thales Alenia Space di guidare lo sviluppo di missioni scientifiche ad alto contenuto tecnologico come Euclid, un progetto che ha beneficiato dell’esperienza acquisita in passato dalla nostra azienda con la realizzazione di numerose piattaforme scientifiche tra le quali quelle dei satelliti Herschel e Planck”. Tutte le attività di integrazione del satellite sono state completate presso lo stabilimento Thales Alenia Space di Torino, il satellite è poi partito verso lo stabilimento Thales Alenia Space di Cannes dove sono stati eseguiti i test ambientali prima di procedere alla campagna di lancio.
“Per Leonardo la partecipazione alla missione spaziale Euclid rappresenta un ulteriore tassello al contributo che diamo alla ricerca scientifica, in questo caso astronomica” ha osservato Enrico Suetta, responsabile Ricerca e Sviluppo Spazio e Optronica di Leonardo. Suetta ha ricordato che Leonardo, insieme alla joint venture Thales Alenia Space (Thales 67% e Leonardo 33%), abbia fornito per la missione Euclid un importante contributo tecnologico, attraverso il finanziamento e il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il satellite Euclid sarà equipaggiato – tra gli altri strumenti – di un telescopio che effettuerà una mappatura di oltre un terzo del cielo extragalattico – ovvero al di fuori della Via Lattea – osservando miliardi di galassie fino a dieci miliardi di anni luce, e scattando immagini di altissima accuratezza in luce ottica e nel vicino infrarosso. Affinché si potessero osservare galassie così distanti, presso gli stabilimenti di Leonardo a Nerviano (Mi) e Campi Bisenzio (Fi), sono stati realizzati i micropropulsori a gas freddo e il Fine Guidance Sensor (Fgs) un ‘sensore guida’, la versione ipertecnologica e ultraprecisa di un sestante (strumento utilizzato nell’antichità per la navigazione celeste) capace di calcolare ogni due secondi l’orientamento del telescopio nello spazio con un’accuratezza finora mai raggiunta da un satellite europeo. Il Fine Guidance Sensor è dotato di un sensore di luce molto potente capace di cogliere il bagliore delle stelle più deboli, che sono poi confrontate con una mappa di oltre 500 milioni di stelle – talmente grande che si è dovuto suddividerla in 48 zone di cielo. Le informazioni raccolte dal sensore permetteranno quindi di decidere come puntare il telescopio, che si muoverà anche grazie agli spostamenti guidati dai micropropulsori a gas freddo con spinte più delicate di un soffio. Per questa missione Leonardo fornisce poi i pannelli fotovoltaici che assicureranno l’alimentazione di tutti i sistemi del satellite: si tratta di tre pannelli, per un totale di quasi 3.000 celle, installati sopra lo scudo termico e in grado di resistere fino a +160°, con la funzione di erogare l’energia e proteggere il telescopio dal calore. Con le immagini, la mappatura di uno svariato numero di galassie, e le informazioni su forme, dimensioni e posizioni di miliardi di stelle, Euclid costruirà un grande archivio di dati unici – senza precedenti per volume per una missione spaziale – consentendo alla comunità scientifica di affrontare alcune tra le questioni più affascinanti della fisica e della cosmologia.
La missione Euclid parte a 10 anni dal contratto firmato dall’Esa, nel luglio 2013, con Thales Alenia Space, un contratto che ha assegnato a Thales Alenia Space in Italia il ruolo di Primo Contraente del satellite che osserverà 1/3 del cielo, misurerà la forma, la posizione e la distanza delle galassie fino a 10 miliardi di anni luce, creerà la più grande e accurata mappa 3D dell’Universo mai prodotta. Euclid affronterà alcune delle più importanti domande della cosmologia tra cui qual è la struttura e la storia della rete cosmica, qual è la natura della materia oscura, come è cambiata l’espansione dell’Universo nel tempo, qual è la natura dell’energia oscura e se la nostra comprensione della gravità è completa. L’orbita operativa di Euclid, spiega l’Agenzia Spaziale Europea, sarà attorno a un punto noto come punto di Lagrange 2 (L2), a una distanza media di 1,5 milioni di chilometri dalla Terra dove sono posizionati anche i telescopi spaziali Gaia e James Webb. Il punto L2 è circa quattro volte più lontano dalla Terra di quanto non lo sia la Luna e orbita intorno al Sole con la stessa velocità del nostro pianeta. Gli scienziati evidenziano che il punto L2 è “un luogo ideale” per osservare l’Universo in quanto l’attrazione gravitazionale del Sole e della Terra si bilanciano quasi esattamente. Un veicolo spaziale in L2, evidenziano gli esperti, “non è quindi costretto a orbitare intorno alla Terra e a entrare e uscire dall’ombra del nostro pianeta, riscaldandosi e raffreddandosi e distorcendo la sua visuale”. Libero da questa restrizione e lontano dal calore irradiato dalla Terra, L2 offre dunque “un punto di vista molto più stabile” secondo i ricercatori. Due gli strumenti a bordo della missione Euclid dell’Esa e sono Vis Nisp. Vis-VISible instrument è una camera a lunghezza d’onda visibile, Nisp-Near-Infrared Spectrometer and Photometer è uno spettrometro e fotometro nel vicino infrarosso. Il Consorzio Euclid ha consegnato all’Esa gli strumenti Vis e Nisp. La Nasa ha fornito i rivelatori per il vicino infrarosso di Nisp. Euclid è progettato per fornire immagini di qualità eccellente nel visibile e spettroscopia e fotometria nel vicino infrarosso, il parasole mantiene i telescopi e gli strumenti all’ombra del Sole per garantire la stabilità termica e misure altamente sensibili e assicurerà che lo strumento Vis operi a -33 °C e il Nisp a -180 °C. (di Andreana d’Aquino)