(Adnkronos) – L’sercito del Sudan ha annunciato l’apertura di diversi corridoi umanitari a partire dalle 16 alle 19 di oggi per permettere la fuga dei civili rimasti bloccati dai combattimenti tra i militari e i paramilitari delle Forze di Supporto rapido. “Ci siamo accordati con le Nazioni Unite per l’apertura quotidiana di corridoi umanitari durante queste tre ore”, ha affermato l’esercito in un comunicato diffuso dal canale Al Hadath.
Nel comunicato si specifica che i corridoi rimarranno aperti “sempre e quando non impediscano il diritto a rispondere in caso di violazioni da parte della milizia ribelle”. Intanto, il comitato dei medici del Sudan ha reso noto che oggi, secondo giorno di scontri, a Khartoum si sono registrati almeno 5 morti e 78 feriti, portando il bilancio a 61 morti e 673 feriti dall’inizio degli scontri. L’Ong Darfur Monitor ha reso noto che altre 22 persone sono rimaste uccise nel Darfur Sud, e il Wfp ha confermato l’uccisione di tre suoi operatori nel Darfur Nord. Questo porta il numero delle vittime confermate a 86.
Tra le vittime tre membri del personale locale dell’Onu a El Fasher, nell’est del Darfur, e un cittadino indiano, secondo quanto conferma l’ambasciata indiana.
Intanto, i combattimenti si stanno allargando anche fuori Karthoum, nella sua città gemella di Omdurman e anche nelle città di Kassala e Gedaref , sul confine con l’Eritrea, e a Porto Sudan, nel nord est. Si combatte anche nel sud del Paese, nella città di Damazin.
In tutto il Paese poi si registrano interruzioni del servizio di Internet. Uno dei principali operatori, Mtn, ha annunciato oggi la sospensione del servizio per ordine dell’Autorità di Telecomunicazione, secondo un comunicato rilanciato dal canale.
Questo è avvenuto dopo che le forze paramilitari hanno smentito, via Twitter, l’annuncio con cui l’esercito sudanese affermava di aver conquistato le basi paramilitari in sette località del Paese e di aver ucciso comandanti della Rsf. “Questi confermano di essere in perfetta salute e pronti ad onorare il loro ruolo in battaglia”, hanno scritto i paramilitari.
Con una dichiarazione diffusa oggi da Al Arabya e Al Hadath un ufficiale dell’esercito sudanese ha detto che saranno necessari, come minimo, “giorni per concludere” i combattimenti. Infine, da ieri Arabia Saudita ed Egitto hanno annunciato la sospensione dei voli in Sudan a causa della violenza dei combattimenti.
“L’ora della vittoria è vicina”, rivendica intanto l’esercito sudanese. “Noi preghiamo per le vite innocenti perse a causa dell’irresponsabile avvenuta avviata dai ribelli delle milizie del supporto rapido – prosegue la dichiarazione diffusa oggi e rilanciata dalla Bbc – avremo presto buone notizie per il nostro popolo paziente ed orgoglioso, se Dio vuole”.
In effetti, in queste ora arrivano rivendicazioni di successi militari da entrambi gli schieramenti e sia l’esercito che i paramilitari hanno affermato di aver preso il controllo dell’aeroporto internazionale di Khartoum e di altre istallazioni chiave dove si è combattuto nella notte.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha intanto condannato fermamente lo scoppio dei combattimenti, rivolgendo “l’invito ai leader delle Forze di supporto rapido e delle Forze armate sudanesi a cessare immediatamente le ostilità, ripristinare la calma e avviare un dialogo per risolvere l’attuale crisi”, ha dichiarato Stephane Dujarric, il portavoce, in una dichiarazione. Guterres ha invitato gli Stati membri delle Nazioni Unite nella regione a sostenere gli sforzi per ristabilire l’ordine e tornare sulla via della transizione in Sudan, ha aggiunto.
Guterres, riferisce ancora il portavoce, ha parlato con il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi e il presidente della Commissione dell’Unione africana Moussa Faki Mahamat su come ridurre l’escalation la situazione. Guterres ha parlato con il comandante della Rsf Mohamed Hamdan Dagalo. Guterres continuerà i suoi sforzi, anche parlando con il comandante delle forze armate sudanesi Abdel Fattah al-Burhan, il prima possibile, ha affermato il portavoce.
“Stiamo monitorando la situazione di sicurezza dei cittadini italiani, che abbiamo invitato a restare nelle proprie abitazioni, valutiamo tutte le opzioni a tutela della loro incolumità, in coordinamento con le altre Ambasciate UE sul posto”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aggiungendo: “Anche oggi ho sentito l’Ambasciata d’Italia a Khartoum, che è aperta e pienamente operativa”.
“Il Governo italiano esprime vivissima preoccupazione per il protrarsi degli scontri armati tra l’esercito regolare e i gruppi paramilitari a Khartoum e per l’estensione dei combattimenti a diverse zone del Sudan”, ha dichiarato inoltre Tajani, dopo che gli scontri militari in Sudan sono entrati fra gli argomenti in discussione al vertice dei ministri degli Esteri del G7 che è iniziato oggi a Karuizawa, in Giappone.
Su richiesta italiana, alla ministeriale Esteri dei Paesi G7 era già stata prevista una discussione sull’Africa, si legge in una nota della Farnesina. “Il Governo italiano da tempo ha iniziato a lanciare inviti ad operare più rapidamente per la stabilizzazione politica ed economica dei Paesi del Nord Africa e della regione subsahariana”, ha detto Tajani.
“Penso alla Tunisia, di cui parlerò con i miei colleghi – ha continuato – Ma oggi rivolgo con i Ministri del G7 anche un appello ai comandanti delle Forze Armate del Sudan e delle Rapid Support Forces perché cessino immediatamente i combattimenti che hanno già provocato decine di morti e centinaia di feriti”. “Soltanto un cessate il fuoco immediato con la ripresa dei negoziati potrà consentire di giungere a un accordo politico inclusivo per la formazione di un governo civile di transizione che porti il Sudan a elezioni democratiche”, conclude il ministro.