(Adnkronos) – Nuovo terremoto oggi a Napoli. La scossa, con epicentro ancora una volta ai Campi Flegrei e di magnitudo 2.2 – dopo quella della tarda serata di ieri di magnitudo 4.0 -, è stata avvertita alle 4.15 e si è verificata a un km di profondità. Paura ma nessun danno. In tanti sono scesi per strada ma non sono stati segnalati danni a cosa o persone. La scossa è stata avvertita distintamente dai residenti a Pozzuoli, nei quartieri napoletani di Bagnoli, Agnano, Fuorigrotta, e Pianura, fino ad arrivare a Licola e Quarto, in provincia di Napoli.
“Ho sospeso momentaneamente le attività didattiche e questa mattina ho fatto ulteriori verifiche negli edifici scolastici, e non ci dovrebbero essere problemi. Abbiamo trascorso la notte a monitorare il territorio: c’è solo un grande spavento, tanta paura, tra i cittadini. Abbiamo dato riscontro ad alcune segnalazioni che ci sono giunte, ma nessun danno”, ha detto all’Adnkronos Luigi Manzoni, sindaco di Pozzuoli, area colpita dalle scosse di terremoto.
“Certo c’è preoccupazione, c’è ansia però comunque dobbiamo prendere coscienza che questo è un fenomeno che non ci abbandonerà mai – ha sottolineato Manzoni – quindi bisogna convivere con il fenomeno del bradisismo e mettere in atto quelle attività di mitigazione del rischio, come stiamo già facendo. Bisogna tranquillizzare i cittadini e dare le giuste comunicazioni”.
Una scossa di terremoto di magnitudo 4 è stata avvertita ieri sera a Napoli e nella zona dei Campi Flegrei dove è in corso uno sciame sismico. Nell’area flegrea, ma anche a Napoli città, alcune persone si sono riversate in strada. Il sisma è stato localizzato dalla Sala Operativa INGV-OV (Napoli) con epicentro nella zona dei Campi Flegrei e si è registrato alle 22:08:26 ora italiana a una profondità di 3 km.
“Dopo la scossa delle 22.08 di ieri con epicentro nei Campi Flegrei, 12 interventi dei Vigili del fuoco per verifiche di stabilità su edifici nella zona di Pozzuoli. Riscontrate piccole lesioni in alcuni degli stabili verificati”, scrivono su su ‘X’ (ex Twitter), i Vigili del Fuoco.
I Campi Flegrei sono un’area vulcanica attiva situata a ovest di Napoli, che include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli. Il nome Campi Flegrei, dal greco letteramente “campi ardenti”, denota la natura vulcanica dell’area e la presenza di numerose fumarole e acque termali, ben note e sfruttate nell’antichità.
A differenza del più noto Vesuvio, i Campi Flegrei non sono caratterizzati da un unico edificio vulcanico principale, ma sono piuttosto un campo vulcanico attivo da più di 80.000 anni, con diversi centri vulcanici situati all’interno e in prossimità di un’area depressa chiamata caldera. La caldera è il risultato del ripetuto sprofondamento di una vasta area provocato dal collasso del tetto del serbatoio magmatico superficiale a seguito dello svuotamento dello stesso per opera di almeno due grandi eruzioni: l’Ignimbrite Campana (40.000 anni) e il Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni). L’eruzione dell’Ignimbrite Campana è l’eruzione a più elevata energia conosciuta nel Mediterraneo: con essa un’enorme quantità di cenere è stata dispersa nell’atmosfera, influenzando il clima non solo a livello regionale ma probabilemte anche a livello mondiale.
Dopo l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano l’attività vulcanica dei campi Flegrei è stata particolarmente intensa con più di 27 eruzioni solo negli ultimi 5.500 anni, l’ultima delle quali, avvenuta nel 1538, ha generato il cono di tufo di Monte Nuovo.
La caldera dei Campi Flegrei è soggetta a lenta deformazione del suolo nota con il nome locale di bradisismo. Nei periodi 1970-72 e 1982-84 l’area flegrea è stata interessata da crisi bradisismiche in cui il suolo, nell’abitato di Pozzuoli in particolare, ha subito un sollevamento totale massimo di circa 3.5 m. La prima crisi causò l’abbandono forzato dell’area fatiscente di Rione Terra; la seconda crisi in particolare fu caratterizzata da intensa sismicità con gravi danni agli edifici. Dopo le crisi si è avuto un periodo di generale subsidenza, interrotta a partire dal 2005 da un’inversione del fenomeno che ha portato ad un costante sollevamento del suolo, al momento ancora in atto.