(Adnkronos) – La nuova incriminazione “senza precedenti” di Donald Trump “mostra al mondo la corruzione, lo scandalo e il degrado in cui sono precipitati gli Stati Uniti negli ultimi 3 anni”. E’ quanto scrive questa mattina su Truth Social l’ex presidente, all’indomani dell’annuncio delle nuove accuse federali a suo carico per il tentativo di sovvertire il risultato elettorale del 2020, culminato con l’assalto al Congresso.
Nel post il tycoon, che viene dato in netto vantaggio nella corsa delle primarie repubblicane e anche in testa nel duello con Joe Biden, rivendica che il sostegno per lui si è rafforzato dopo l’incriminazione che, in una breve intervista telefonica con Abcnews, ha definito un tentativo di “interferenza elettorale”. “Sto andando molto bene nei sondaggi”, ha aggiunto, affermando di essere convinto che “sconfiggerà” Joe Biden nel novembre del 2024. “Combatteremo e vinceremo”, ha concluso, definendo “ridicole” le accuse che gli sono state mosse.
Nelle 45 pagine dell’atto di accusa, presentato la notte scorsa dal procuratore speciale Jack Smith, l’ex presidente viene incriminato per aver cospirato per frodare gli Stati Uniti, per ostacolare un procedimento ufficiale – quello della proclamazione del nuovo presidente – e per ostacolare i diritti del popolo americano.
“L’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 è stato un assalto senza precedenti alla sede della democrazia americana, che è stato alimentato dalle bugie dell’imputato”, ha detto Smith ai giornalisti presentando l’atto di accusa. “L’imputato ha perso le elezioni presidenziali del 2020, ma nonostante la sconfitta era determinato a rimanere al potere – si legge nell’incriminazione – così, per oltre due mesi dopo l’election day, l’imputato ha diffuso bugie riguardo a frodi elettorali che avrebbero determinato il risultato e il fatto che sarebbe stato lui a vincere. Affermazioni che erano false – conclude – e lo stesso imputato sapeva che erano false”.
Trump è stato convocato domani di fronte al giudice distrettuale di Washington, Moxila Upadhyaya, per l’incriminazione formale. Sarà quindi la terza incriminazione del tycoon – dopo quella a New York per il caso legato alla vicenda Stormy Daniels e l’altra federale per i documenti segreti portati via dalla Casa Bianca e nascosti a Mar a Lago – che si accinge quindi a portare avanti la più strana campagna presidenziale della storia americana, durante la quale presumibilmente gli impegni elettorali del principale candidato repubblicano si dovranno alternare con quelli dei calendari dei diversi processi a suo carico.
Per quest’ultima incriminazione, Smith ha detto che intende chiedere “un procedimento veloce”. E’ stato fissato per il 25 marzo prossimo – proprio nel clou delle primarie – l’inizio del processo a New York, mentre l’inizio di quello in Florida, per la vicenda delle carte segrete, è per il momento fissato al 20 maggio.
“E’ la prima volta che un presidente in carica attacca un avversario politico sulla base del primo emendamento, criminalizzando l’espressione della propria posizione e lo svolgimento dell’attività politica”. Così uno dei legali di Donald Trump, John Lauro, afferma, in un’intervista oggi a Nbc, che l’incriminazione dell’ex presidente per aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020 è una violazione della sua libertà di espressione.
“Quello che il presidente ha visto nelle elezioni del 2020 erano delle irregolarità in corso e lui aveva tutto il diritto di commentarle e agire politicamente”, ha aggiunto l’avvocato sostenendo che i procuratori federali “non potranno mai dimostrare” che le dichiarazioni fatte da Trump, definite da loro “bugie”, non “erano protette dal primo emendamento”.
Inoltre, Lauro ha definito “assurda” la richiesta del procuratore speciale, Jack Smith, di avere un procedimento rapido. “Che giustizia è costringere un ex presidente degli Stati Uniti a un processo in 90 giorni quando hanno avuto tre anni di tempo?”, ha continuato polemico, collegando l’incriminazione alle nuove elezioni.
“Ci sono le elezioni in questo momento, vogliono andare a processo così invece di discutere delle questioni contrarie a Joe Biden hanno il presidente Trump seduto in aula – ha continuato – ma che giustizia è? Gli americani vogliono parlare dei problemi, non vogliono ridiscutere le elezioni del 2020”.