(Adnkronos) –
Gli Stati Uniti continueranno a sostenere l’Ucraina, impegnata nella guerra contro la Russia, anche dopo l’approvazione della legge varata per scongiurare lo shutdown del governo americano. Il provvedimento votato da Camera e Senato a ridosso della scadenza dell’1 ottobre non comprende i 6 miliardi di aiuti militari che la Casa Bianca ha appena previsto per Kiev. “Non possiamo, in nessun caso, consentire che il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina venga interrotto”, le parole di Biden nella giornata di domenica. Kiev, dice il presidente, può “contare” sul supporto a stelle e strisce.
“Posso garantire” all’Ucraina “che lo faremo”, dice riferendosi al ripristino degli aiuti in tempi brevi. “Voglio rassicurare i nostri alleati: potete contare sul nostro appoggio, non molleremo”, aggiunge. Washington, dall’inizio della guerra nel febbraio 2022, ha stanziato circa 46 miliardi di aiuti per l’Ucraina. Le richieste della Casa Bianca prevedono aiuti per altri 24 miliardi. Nelle ultime settimane, gli Usa hanno alzato il livello delle forniture: Kiev ha ottenuto il sì per la consegna di missili a lungo raggio Atacms e ha accolto i primi tank Abrams, che dovrebbero favorire l’accelerazione della controffensiva lanciata in particolare nel sud del paese, nella regione di Zaporizhzhia.
La legge approvata dal Congresso per scongiurare lo shutdown garantisce fondi al governo federale degli Stati Uniti per 45 giorni. In sostanza, serve un nuovo provvedimento per attivare ulteriori aiuti all’Ucraina. Al Senato, leader di entrambi i partiti hanno pubblicamente chiarito intendono adoperarsi per garantire il sostegno a Kiev nelle prossime settimane. Nel quadro istituzionale, però, non passa inosservata la posizione contraria di alcuni repubblicani della cosiddetta ‘hard right’. “Non riesco a credere che ci siano persone intenzionate ad abbandonare l’Ucraina in questo momento”, dice il senatore democratico Mark Warner.
L’Ucraina, ovviamente, osserva gli sviluppi. Il ministero degli Esteri da Kiev mostra fiducia, convinto che “il flusso di aiuti americani non cambierà”, ma ammette che programmi e progetti potrebbero subire modifiche in corso. C’è chi, come il parlamentare Oleksi Goncharenko, usa termini meno diplomatici: “Il voto del Congresso disturba. Gli Usa hanno detto che sarebbero rimasti accanto all’Ucraina per il tempo necessario e ora l’Ucraina è tagliata fuori da questo provvedimento. E’ un segnale d’allarme non solo per l’Ucraina ma anche per l’Europa”, le sue parole alla Bbc.
Anche in Europa per Kiev arrivano segnali da non sottovalutare. In Slovacchia, le elezioni sono state vinte dal partito Smer dell’ex premier Robert Fico, che mette in tavola le sue carte. “Se il mio partito dovesse arrivare al governo, indipendentemente dal fatto che ricopriremo o meno la carica di primo ministro, faremo tutto il possibile per avviare i negoziati di pace in Ucraina il prima possibile. Sull’armamento dell’Ucraina conoscete già la nostra opinione”, il messaggio.