(Adnkronos) – L’Ucraina nella guerra contro la Russia ha bisogno di “dieci volte di più” di aiuti militari dall’Occidente. Lo ha detto il viceministro degli Esteri ucraino Andrij Melnyk che su Twitter ha sottolineato: “Siamo grati ai nostri alleati per il loro aiuto militare, ma non è sufficiente. L’Ucraina ha bisogno di 10 volte di più per terminare l’aggressione russa quest’anno”.
L’ex ambasciatore in Germania ha invitato i sostenitori dell’Ucraina a “superare tutte le linee rosse artificiali”, facendo così riferimento all’esitazione di alcuni alleati nel fornire a Kiev sistemi d’arma particolarmente potenti e ha chiesto di spendere l’1% del Prodotto interno lordo per la fornitura di armi all’Ucraina.
Melnyk ha fatto riferimento alle parole del segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, secondo cui la coalizione internazionale sinora ha fornito all’Ucraina aiuti per 55 miliardi di dollari. “Sembra una cifra enorme. Ma se pensiamo alla Seconda Guerra Mondiale -prosegue il viceministro-, con cui purtroppo possono essere fatti numerosi paragoni, in quel caso nell’ambito del programma di prestiti Usa vennero forniti aiuti per oltre 50 miliardi di dollari. Oggi corrisponderebbero a 700-800 miliardi”.
LA RESISTENZA – Nelle ultime 24 ore le forze delle forze armate di Kiev sono riuscite a respingere 53 attacchi dell’esercito russo nelle direzioni Bakhmut, Avdiiv, Marin e Shakhtar. La città di Bakhmut resta l’epicentro delle ostilità. Lo rende noto lo stato maggiore di Kiev nel suo resoconto sulla guerra, precisando che l’esercito russo ha lanciato sia attacchi missilistici, che aerei e sia con lanciarazzi multipli.
“Nell’ultimo giorno – aggiunge lo stato maggiore – l’Aeronautica Militare delle Forze di Difesa ha effettuato 5 attacchi sulle aree di concentrazione degli occupanti e unità di forze missilistiche e artiglieria hanno colpito due aree di concentrazione di forza lavoro, un complesso missilistico antiaereo e altri due importanti obiettivi militari del nemico”.
PERDITE RUSSE – La Russia ha perso nell’ultimo giorno 680 uomini, facendo salire a 185.730 le perdite fra le sue fila dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze armate ucraine, diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di 185.730 uomini, 3.672 carri armati, 7.130 mezzi corazzati, 2.832 sistemi d’artiglieria, 539 lanciarazzi multipli, 289 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 308 aerei, 293 elicotteri, 5.718 autoveicoli, 18 unità navali e 2.398 droni.
BAKHMUT – Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver occupato altri tre distretti nella parte occidentale della città contesa di Bakhmut nella regione di Donetsk. “Le truppe aviotrasportate hanno bloccato le unità ucraine sui fianchi, agevolando le azioni delle squadre d’assalto per prendere la città”, ha detto il ministero nel suo ultimo bollettino. Si pensa che le truppe che hanno proseguito fino a Bakhmut facciano parte del gruppo di mercenari Wagner. La città è stata la linea del fronte tra Ucraina e Russia e ha visto diverse battaglie per il suo controllo.
LA CORSA AGLI ARMAMENTI – L’ambasciatore generale del ministero degli Esteri russo ha avvertito di una corsa agli armamenti “incontrollabile” e ha sottolineato la necessità che la Russia sviluppi il suo potenziale missilistico tattico.
“In sostanza – ha scritto Grigory Mashkov sulla rivista del ministero degli Esteri russo Affari internazionali – stiamo assistendo a una corsa agli armamenti missilistici con conseguenze difficili da prevedere. Decine di miliardi di dollari vengono investiti nel miglioramento della tecnologia missilistica. Questo processo diventa incontrollabile”. Mashkov ha anche affermato che “c’è un ovvio bisogno che la Russia sviluppi il suo potenziale missilistico tattico, per aumentare ulteriormente l’efficacia del suo uso e per rispondere efficacemente a qualsiasi sfida alla sicurezza nazionale, anche a Kaliningrad, dove la Nato minaccia il territorio russo”.