(Adnkronos) – Antony Blinken vola in Cina questa settimana, possibile segnale di un miglioramento delle relazioni tra Pechino e Washington dopo l’enorme tensione scoppiata per la vicenda del pallone spia cinese che, lo scorso febbraio, proprio alla vigilia di una visita a Pechino del segretario di Stato, poi cancellata, è stato scoperto mentre sorvolava gli Stati Uniti.
Blinken durante la sua visita – la prima di un segretario di Stato Usa in cinque anni – incontrerà il ministro degli Esteri, Qin Gang, e potenzialmente il presidente Xi Jinping come parte dello sforzo in corso da mesi per riavviare i canali di comunicazione tra le due maggiori potenze economiche mondiali.
“Nulla può sostituire gli incontri di persona”, ha spiegato Dan Kritenbrink, sottosegretario per i rapporti con l’Asia che è stato nelle scorse settimane in Cina, in una conference call con i giornalisti. “Andiamo a Pechino con un approccio realistico, competente e con il sincero desiderio di gestire la nostra competizione nel modo più responsabile possibile”, ha aggiunto.
Il sottosegretario ha ricordato comunque che diplomatici americani minimizzano la possibilità che la visita possa portare ad una svolta significativa sulle questioni più calde che dividono Washington e Pechino, da Taiwan alla guerra in Ucraina fino alla questione dei diritti umani. Ma ha sottolineato che Blinken solleverà “i valori e gli interessi” degli Usa, stabilendo dei canali di comunicazione affidabili ed esplorando la possibile cooperazione su questioni climatiche e economiche.
La visita di Blinken dello scorso febbraio era stata decise da Joe Biden e Xi durante il loro incontro in Indonesia lo scorso anno, ma dopo il suo rinvio per la crisi del pallone spia, si sono moltiplicate le occasioni di scontro tra i due Paesi, per Taiwan, l’Ucraina, pericolosi avvicinamenti tra velivoli cinesi americani. E lo scorso sabato la Casa Bianca ha rivelato l’esistenza di una stazione di spionaggio cinese a Cuba.
Nonostante questo, l’amministrazione Biden si è mostrata desiderosa di restaurare i canali di comunicazione, in particolare quelli militari proprio per evitare che singoli incidenti possano provocare un’escalation militare. Pechino è apparsa però riluttante alla ripresa delle comunicazioni, preoccupata dalla possibilità che Washington possa usare i risultati dell’indagine dell’Fbi sul pallone spia – che secondo la versione ufficiale di Pechino sarebbe stato un semplice pallone meteo che aveva per caso cambiato percorso – per imbarazzare la Cina.
Il via libera alla visita di Blinken sembra mostrare che queste preoccupazioni sono state in qualche modo superate, o almeno accantonate, anche se solo nelle scorse settimane il ministro della Difesa, Li Shangfu, aveva rifiutato la richiesta dell’omologo Usa Lloyd Austin, di avere un bilaterale a margine della conferenza della Sicurezza di Singapore.
Una decisione che era stata stigmatizzata dal Pentagono che aveva sottolineato “l’importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione militare tra Washington e Pechino per assicurare che la competizione non sfoci in conflitto”.