(Adnkronos) – “Gli Stati Uniti considerano la Cina come il loro ‘principale avversario’ e come ‘la sfida geopolitica più importante’. Si tratta di un grave errore di valutazione strategica”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, mentre si attende l’arrivo in Cina del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, per colloqui previsti tra domenica e lunedì.
Esiste, ha detto Wang stando a quanto reso noto dallo stesso dicastero, “una competizione” tra le due superpotenze in settori come “l’economia e il commercio”, ma “non dovrebbe esserci una feroce concorrenza a somma zero”. Non dovrebbero, secondo il Dragone, “esserci pratiche per contenere o soffocare l’altro in nome della concorrenza e privare la Cina del suo legittimo diritto allo sviluppo”. Questa, ha incalzato, “non è ‘concorrenza responsabile’, ma bullismo irresponsabile” e “non farà altro che spingere i due Paesi verso il confronto”.
Il leader cinese Xi Jinping, ha ripetuto il portavoce, ha più volte sottolineato come “le relazioni Cina-Usa non dovrebbero essere un gioco a somma zero” in cui uno “prospera a spese dall’altro” e “le due parti devono avere una percezione corretta della politica interna ed estera e delle intenzioni strategiche dell’altra, rispettarsi, coesistere in pace, perseguire una cooperazione vantaggiosa per tutti”. E, ha detto ancora, “gli Stati Uniti devono abbandonare l’illusione di trattare con la Cina ‘da una posizione di forza’”. Secondo Pechino, le due superpotenze “devono sviluppare relazioni sulla base del rispetto reciproco e dell’uguaglianza, rispettando le differenze”.
Gli Stati Uniti, ha detto ancora Wang, “continuano a sottolineare la necessità di dialogo” e a “costruire ‘guardrail'”, mentre – ha affermato – “è aperta la porta della Cina al dialogo”. E, ha sostenuto, “la comunicazione tra i due Paesi non si è mai fermata”. Una comunicazione che, per il gigante asiatico, “deve rispondere alle preoccupazioni di entrambe le parti” ed è “inaccettabile chiedere dialogo e nel frattempo danneggiare gli interessi dell’altro”. “Non si può dire una cosa – ha ripetuto – e farne un’altra”.