(Adnkronos) – E’ morto all’età di 93 anni Pat Robertson, il predicatore battista che ha creato un impero televisivo, il Christian Broadcasting Network, ed è stato il fondatore della Christian Coalition, il movimento della destra cristiana che lui ha aiutato a diventare una forza determinante del panorama conservatore Usa.
Figlio di un deputato e poi senatore della Virginia, Robertson, che nel 1988 si è anche brevemente candidato alle primarie presidenziali repubblicane, viene considerato l’artefice della fusione “del fondamentalismo cristiano con il partito repubblicano, un’associazione che continua a vivere ancora oggi”, spiega il politologo Larry J. Sabato.
Con il suo network televisivo, fondato nel 1960, ha raggiunto milioni di persone, e per decenni ha avuto un potente impatto spirituale e politico su uno stuolo di ‘born-again christians’. Un’influenza che non è si è limitata solo agli Stati Uniti, con le sue trasmissioni tradotte in decine di lingue e trasmesse in oltre 200 Paesi, cosa che lo ha reso il telepredicatore più seguito del mondo.
Oltre alla televisione, l’impero religioso mediatico di Robertson si è esteso all’editoria, con la pubblicazione di decine di libri e video, e alla fine degli anni ’70 anche nel settore dell’istruzione, con la fondazione di un’università a Virginia Beach, ora chiamata Regent University, per la formazione di “leader cristiani in grado di cambiare il mondo”. Si è laureato in questo ateneo l’ex governatore della Virginia Robert F. McDonnell, insieme a centinaia di funzionari delle recenti amministrazioni repubblicane di George Bush e Donald Trump.
Robertson è stato un entusiasta sostenitore di Trump durante la campagna del 2016 e il suo mandato, ma ha poi preso le distanze dopo che il tycoon si è rifiutato di riconoscere la sconfitta del 2020: il reverendo disse che l’ex presidente aveva un comportamento definito “molto erratico” mostrando di vivere “in una realtà alternativa”.