(Adnkronos) – Pronti a una campagna per far emergere il disagio sessuale dei giovani e far fronte comune con le istituzioni per favorire una sessualità consapevole e non violenta. Con questo obiettivo gli esperti della Società italiana di andrologia (Sia), oggi alla Camera dei deputati in occasione della Giornata nazionale dell’andrologia, hanno presentato il secondo anno della campagna nazionale di sensibilizzazione e informazione andrologica ‘#e-Sia-prevenzione 2024’, rivolta ai giovani. “Organizzata a settembre, in queste ore, alla luce dei recenti fatti di cronaca, è diventata purtroppo strettamente di attualità ed è consultabile sul sito www.prevenzioneandrologica.it”, spiega Alessandro Palmieri, presidente Sia.
“Apprendere gli aspetti cognitivi, emotivi, sociali, relazionali e fisici della sessualità per superare la piaga della violenza di genere con un approccio scientifico che si basi sull’educazione al rispetto e all’accettazione degli altri”. Questo è il messaggio cardine della campagna che emerge anche nella lettera rivolta al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, con cui gli specialisti hanno manifestato la loro disponibilità a contribuire al tema dell’educazione sessuale. “Un progetto informativo/formativo per le scuole italiane attraverso un pacchetto multidisciplinare specialistico che affronti il tema della sessualità consapevole e della violenza di genere da un punto di vista maggiormente clinico”, aggiungono gli andrologi.
Agire, pertanto, secondo quella che può essere definita una “concezione olistica dell’educazione sessuale, molto di più però della semplice prevenzione dei problemi di salute”, secondo quanto stabilito già nel 2010 dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità negli ‘Standard per l’educazione sessuale in Europa – Quadro di riferimento per responsabili delle politiche, autorità scolastiche e sanitarie, specialisti’. Il tutto, conclude il presidente Sia, “indirizzato primariamente agli insegnanti che dovranno poi essere gli artefici della formazione dei giovani”, ma anche facendo parlare i ragazzi con altri giovani secondo il sistema della ‘peer education’, per trasmettere un messaggio tra coetanei.