(Adnkronos) – I primi risultati del progetto ‘Umberto’ di Fondazione Veronesi e Irccs Neuromed sul rapporto tra alimentazione e salute confermano “l’importanza della dieta mediterranea nel prevenire e controllare lo sviluppo di tumori e malattie croniche. Un campo di ricerca che ha visto importanti progressi negli ultimi anni, ma dove c’è ancora molto da scoprire”. Per fare il punto sul programma di studi, a poco più di 6 mesi dall’avvio, una delegazione dell’ente intitolato all’oncologo Umberto Veronesi ha visitato il Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Istituto di Pozzilli (Isernia). Tre giornate di confronto tra la Fondazione finanziatrice del progetto e gli scienziati Neuromed impegnati a “definire, grazie a strumenti avanzati e all’uso delle nuove tecnologie informatiche di Big data e intelligenza artificiale – ricorda una nota – i rapporti che legano gli stili di vita, soprattutto l’alimentazione e in particolare la dieta mediterranea, con il rischio di insorgenza di alcuni tumori”.
Il programma di ricerca, che prevede un impegno della durata di 5 anni e un investimento di 1.030.000 euro da parte di Fondazione Umberto Veronesi, si basa sull’analisi dei dati del progetto ‘Moli-sani’, maxi studio epidemiologico che ha coinvolto oltre 24mila cittadini del Molise. “I primi risultati di questa alleanza scientifica stanno già arrivando – riferiscono Fondazione e Neuromed – con studi già pubblicati che affrontano diversi aspetti del rapporto alimentazione-salute. A cominciare da un aspetto ancora poco conosciuto: l’infiammazione subclinica o di basso grado”. Spiega Marialaura Bonaccio, responsabile del progetto Umberto: “Sappiamo che l’infiammazione di basso grado è un fattore predisponente per le malattie cronico-degenerative. E un recente studio svolto nell’ambito del progetto ha rivelato che l’adesione alla dieta mediterranea per un periodo prolungato di tempo può ridurre questa infiammazione. In particolare, l’aumento del consumo di grassi buoni, come quelli presenti nell’olio d’oliva, e di cereali si è rivelato particolarmente efficace nel ridurre l’infiammazione”.
“Un altro studio – aggiunge Maria Benedetta Donati, direttore del Neuromed BioBanking Center – ha esaminato il legame tra l’alimentazione e il rischio di sviluppare tumori del sistema nervoso centrale. In questo caso sono stati studiati specificamente i cibi ultra-processati, quelli che vengono sottoposti a più fasi di lavorazione, come possono essere ad esempio i cibi pronti o le merendine confezionate, ma anche alimenti ‘insospettabili’ come lo yogurt alla frutta. I risultati della ricerca fanno pensare che un incremento nell’assunzione di cibi ultra-processati si associ a un rischio maggiore di sviluppare tumori del sistema nervoso centrale”. Ancora, proseguono gli scienziati, una ricerca condotta sempre nell’ambito del progetto Umberto ha mostrato che “l’aumento nel corso degli anni del consumo di fibre e di grassi monoinsaturi, due elementi fondamentali per la salute, può ridurre i fattori di rischio comuni alle malattie cardiovascolari e ai tumori”.
“Con questo progetto stiamo osservando la dieta mediterranea da nuove angolazioni, per capire come gli alimenti caratteristici” di questo regime alimentare “possano influenzare il nostro rischio a lungo termine di sviluppare un tumore, in particolare a seno, colon-retto e prostata”, afferma Donati. “Riteniamo che sia fondamentale investire risorse sempre più numerose non solo per migliorare le terapie e la diagnosi dei tumori, ma anche per prevenirne l’insorgenza – dichiara Monica Ramaioli, direttore generale di Fondazione Veronesi – Con questa innovativa piattaforma si apre un nuovo fronte di ricerca che vede Fondazione sempre più attiva nella progettazione e costruzione di collaborazioni tra illustri istituti volti all’individuazione di nuove e personalizzate linee di ricerca per la prevenzione e la cura dei tumori”.
“Grazie ai Big data e all’intelligenza artificiale – evidenzia Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico per Fondazione Veronesi – la ricerca scientifica può ottenere risultati sempre più precisi e significativi. Quello che ci aspettiamo dal progetto è che emergano elementi per poter trasformare le indicazioni sulla prevenzione da generiche a personalizzate. Gli effetti degli stili di vita sulla salute non sono uguali per tutti, come non lo è il rischio di tumori. Il progetto Umberto ci porterà sempre più vicini a identificare quale sia il miglior approccio alla prevenzione primaria, nell’alimentazione come negli altri stili di vita, considerando le diversità e le caratteristiche proprie di ciascuna persona”.
“Questo incontro con Fondazione Veronesi – commenta Giovanni de Gaetano, presidente dell’Irccs Neuromed – è stata un’occasione importante per fare il punto sulle ricerche in atto e sugli obiettivi della nostra piattaforma comune di ricerca. Comprendere meglio il legame tra la dieta mediterranea e i tumori, educando meglio la popolazione sull’importanza di una dieta equilibrata, è un elemento fondamentale della prevenzione del futuro. Significa non solo evitare sofferenze e morti premature, ma anche incidere in modo positivo sull’intero sistema sanitario nazionale”.