(Adnkronos) – Nel trattamento dell’asma grave “oggi c’è una rivoluzione, già attuata in altre discipline. Grazie alle nuove terapie biologiche siamo stati in grado di avere un salto qualitativo, al punto da definire le terapie biologiche ‘disease-modifying’, cioè terapie in grado di modificare la malattia”, fino alla remissione clinica. Lo ha detto Giorgio Walter Canonica, responsabile Centro medicina personalizzata asma e allergologia all’Humanitas University di Milano, a margine del Congresso internazionale della European Respiratory Society (Ers) 2023, in corso a Milano dal 9 al 13 settembre.
“L’asma grave – spiega lo specialista – è un 10% circa di tutta l’asma” e si caratterizza perché è quella forma “che non ha controllo di malattia, cioè continua ad avere sintomi ed esacerbazione, quindi attacchi d’asma, nonostante una terapia massimale con le classiche terapie inalatorie”.
Con l’impiego delle terapie biologiche disease-modifying, sottolinea l’esperto, “invece dei consueti parametri di valutazione – il Vmes o Fev1 (volume espiratorio massimo nel primo secondo, ndr), l’attacco d’asma o i sintomi – si è passati a una valutazione multi-criterio. Il primo – illustra Canonica – è il non uso di corticosteroidi orali, che creano enormi effetti collaterali e aumentano la mortalità in soggetti con asma”. Quindi, “non sintomi, non attacchi d’asma e funzione polmonare stabile. Questa – conclude – è quella che si definisce remissione completa, un salto culturale, ed è anche un salto notevole per i nostri pazienti”.