(Adnkronos) – “Non c’è nessun allarme sanitario al momento” in Emilia Romagna dopo l’alluvione. Lo precisano dall’Ausl Romagna all’Adnkronos Salute, in merito ai rischi infettivi e sanitari che possono insorgere in situazioni caratterizzate da acque stagnanti, come in questi giorni nelle aree alluvionate.
I media locali hanno parlato di un paio di casi di gastroenterite che si sono presentati in pronto soccorso, ma non ci sarebbero attualmente segnali di aumento di queste infezioni, in associazione alla situazione determinata dall’alluvione, spiegano dall’azienda sanitaria.
Quelle che sono state messe in campo sono “azioni preventive”, puntualizza l’Ausl, confermando le raccomandazioni contenute nel vademecum predisposto dal Dipartimento aziendale di Sanità pubblica: “Sono norme di buonsenso stabilite dall’Oms”, Organizzazione mondiale della sanità, “norme igieniche da adottare in situazioni di questo tipo”.
“C’è stata” in Emilia Romagna dopo l’alluvione “una complessiva sottovalutazione del rischio sanitario, nel senso che già una settimana fa avevo avvertito del pericolo di una commistione tra acque reflue e fognarie, carcasse di animali morti e acqua piovana”. Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.
“Non c’è più confine tra quella che è l’acqua delle fogne e il resto, quindi c’è una contaminazione e il rischio di infezioni. Sinceramente, dal punto di visto medico, credo che si dovessero evacuare i residenti di alcune zone, come accade con un terremoto. Il rischio sanitario ora è elevato, ci sono state le prime segnalazioni di ricoveri in ospedale per gastroenteriti e ce ne saranno molte altre. Non si deve avere contatto con l’acqua, anche se si indossano gli stivali o i guanti, è contaminata. Non è un’emergenza ma c’è il rischio che si creino dei focolai”, ha sottolineato l’esperto.
“Cosa va fatto? Le malattie infettive non sono tutte prevenibili con il vaccino, va bene fare il richiamo per il tetano e anche l’anti-epatite A, si può pensare di fare l’antitifica, ma – avverte – poi ci sono una serie di altre malattie infettive che si trasmettono per la via oro-fecale su cui non si può fare molto: Escherichia Coli, Shigellosi. O anche quelle trasmesse dagli animali come la leptospirosi o la giardiasi. Si deve fare molta attenzione”. ammonisce l’infettivologo.
“L’attuale situazione” sanitaria nelle zone colpite dall’alluvione “deve essere monitorata in maniera continua e costante, secondo un approccio già avviato grazie all’azione della Protezione civile”. Ma “il concetto importante da porre in evidenza è che al momento non vi è assolutamente un allarme che possa far prevedere la comparsa di epidemie. La situazione andrà monitorata attentamente, ma non ci devono essere allarmismi”. Così Claudio Mastroianni, presidente della Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali. “In Emilia Romagna non c’è emergenza sanitaria”, rassicurano gli infettivologi, che raccomandano la vaccinazione antitetanica e invitano a seguire i consigli già diffusi dall’Ausl Romagna.
“Nelle zone alluvionate non si riscontrano i presupposti per parlare di emergenza sanitaria – afferma Pierluigi Viale, professore ordinario di Malattie infettive all’università di Bologna – Un rischio possibile è rappresentato dal tetano, per il quale è raccomandata la vaccinazione, soprattutto ai volontari che mettono le mani nel fango. Per facilitare la prevenzione, nuove dosi di vaccinazione antitetanica verranno messe a disposizione delle Asl dell’Emilia Romagna. Non vi sono invece ulteriori indicazioni sul rischio di malattie gastroenteriche”.
“Si può aggiungere che la regione del Delta del Po, quindi le aree settentrionali della Romagna, sono state aree di endemia per artropodi, che sono vettori di infezioni tropicali come Chikungunya e West Nyle”, ricorda Viale. Dunque “è possibile che le acque reflue attualmente stagnanti creino un microsistema favorevole a questi insetti. Tuttavia, per queste infezioni non esistono vaccinazioni – precisa l’esperto – quindi ci si può limitare ad allertare le strutture di igiene pubblica a monitorare eventuali sintomi sospetti”.
Bere solo acqua potabile e sicura, gettare i cibi o le bevande potenzialmente contaminate, proteggersi con stivali e calzature robuste, usare repellenti e non lasciare esposte parti del corpo alla puntura di zanzare, tenere lontani i bimbi dalle acque stagnanti. Sono alcune delle indicazioni delle autorità sanitarie da seguire nelle zone alluvionate. A elencarle è l’Istituto superiore di sanità (Iss) in una nota a cura del Gruppo di esperti per la prevenzione delle malattie infettive.
Nel documento si evidenzia come in aree colpite da alluvioni come l’Emilia Romagna può aumentare il rischio di alcune infezioni dovute alla presenza di acque stagnanti. “I possibili rischi noti dalla letteratura scientifica e dalle esperienze precedenti riguardano soprattutto le infezioni gastrointestinali, la legionellosi e le arbovirosi come l’infezione da West Nile virus”, elencano gli esperti. Nelle zone in cui i sistemi fognari sono danneggiati, come ricorda anche un risk assessment dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), pubblicato in occasione delle alluvioni del 2021 nel centro Europa, “aumenta il rischio di trasmissione indiretta o diretta di diversi patogeni gastrointestinali, dall’E. coli all’epatite A”.
Come ridurre questi rischi? “La raccomandazione – scrivono gli esperti nella nota pubblicata anche online sul sito dell’Iss – è bere solo acqua potabile e sicura seguendo attentamente le indicazioni fornite dalla autorità sanitarie regionali sulla potabilità dell’acque dei rubinetti, e mangiare cibo che non sia stato in contatto con acque o fanghi derivati dall’alluvione, o con superfici che possono essere state in contatto con questi. Nel dubbio, gettare cibi o bevande potenzialmente contaminate”. Inoltre, si legge nella nota, “è opportuno evitare il più possibile il contatto con le acque stagnanti, ad esempio indossando stivali o calzature robuste”. Particolare attenzione va data ai bambini per i quali il contatto con l’acqua può essere visto come gioco, puntualizzano gli autori del documento. “Resta sempre l’indicazione di lavarsi le mani con acqua e sapone ed evitare di toccarsi gli occhi e la bocca con le mani sporche di fango”.
L’Iss spiega che, anche se “al momento non sono segnalate situazioni particolari di rischio sanitario”, vanno evitati alcuni comportamenti. Nel documento si passano in rassegna tutti i vari rischi segnalati dai dati scientifici per situazioni simili a quelle delle aree colpite dal maltempo di questi giorni e dalla grave alluvione. Per quanto riguarda la legionellosi, rilevano gli esperti, “alcuni studi hanno evidenziato che precipitazioni più abbondanti possono essere associate a un maggior rischio. Quando le precipitazioni sono aggravate dalle inondazioni, aumenta la probabilità che la Legionella si trasferisca dall’ambiente naturale (fiumi e laghi) alle tubature domestiche. È quindi importante, nei casi di polmonite, effettuare anche test diagnostici” specifici per questo batterio.