(Adnkronos) – Contro la pandemia silente delle infezioni multiresistenti, nasce Maiday Infectivology, il primo e unico network tra i centri italiani di infettivologia, su piattaforma digitale, per la gestione e la consulenza delle infezioni ospedaliere multiresistenti, realizzato dalla Società italiana di terapia antinfettiva (Sita) con il contributo non condizionante di Shionogi.
“Il motivo per cui Sita ha voluto realizzare il progetto Maiday Infectivology – afferma Matteo Bassetti, presidente Sita, direttore Malattie infettive ospedale Policlinico San Martino Irccs di Genova e Ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi del capoluogo ligure – è stato quello di creare un vero e proprio network tra i centri di infettivologia italiani per dare un aiuto, un supporto laddove, in qualche, modo ci sono meno competenze nella gestione dei batteri multiresistenti, o magari non c’è, in quel momento, un reparto di infettivologia strutturato, con la possibilità per questi centri di ricevere una second opinion e anche di condividere un percorso di aggiornamento clinico continuativo, attraverso webinar settimanali. Nella prima fase, che durerà circa 4 mesi- continua – viene avviato il progetto pilota con 3 centri ‘hub’ e oltre 30 centri ‘spoke’ afferenti al network; nella seconda fase, si uniranno altri 3 centri hub e verrà esteso il numero dei centri partecipanti, che arriverà a oltre 60 su tutto il territorio nazionale”.
Negli ultimi anni – spiega una nota – il fenomeno dell’antibiotico-resistenza (Amr, Antimicrobial resistance) è aumentato con un significativo impatto sulla sanità pubblica e importanti implicazioni sia dal punto di vista clinico sia economico. Il secondo Rapporto stilato dall’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), registra alte percentuali di resistenza agli antibiotici di ultima linea in diversi Paesi europei, al punto che il fenomeno viene definito come una ‘minaccia per la sicurezza dei pazienti’. In Italia nel 2021 sono stati isolati 62.833 patogeni e le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici si mantengono elevate tanto che il nostro Paese è maglia nera per incidenza di batteri resistenti, posizionato solo dopo Grecia e Romania. Si stima che nel 2050, nel mondo, le infezioni batteriche causeranno 10 milioni di morti l’anno, superando i decessi per tumore.
Maiday Infectivology – prima piattaforma digitale che consente di ricevere consulenze dirette su casi ospedalieri complessi da parte di centri di rilevanza nazionale, che mettono a disposizione il proprio know how in ambito infettivologico – attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, fornisce risposte entro 48 ore dalla richiesta di seconda opinione e rappresenta un’opportunità per implementare l’antimicrobial stewardship e per creare un network con l’obiettivo fondamentale di mettere gli specialisti stessi nelle condizioni migliori per contrastare le antibiotico-resistenze.
“La crescente espansione dei microrganismi multiresistenti – sottolinea Pierluigi Viale, vicepresidente Sita, direttore Malattie infettive, Policlinico Sant’Orsola Malpighi Bologna e Ordinario di Malattie infettive, università degli Studi di Bologna – ha molte spiegazioni, ma certamente l’eccesso di prescrizione di antibiotici rappresenta un rilevante fattore di selezione di specie resistenti. E’ una sorta di meccanismo darwiniano – continua – per cui, in una popolazione microbica di enormi dimensioni, che colonizza tutto il nostro ecosistema, una terapia antibiotica prolungata, a spettro troppo ampio, ripetuta più volte, rappresenta un fattore di stress che genera selezione di ceppi resistenti. L’antimicrobial stewardship è fondata su un insieme di misure e di interventi finalizzati a gestire al meglio la terapia antibiotica, uscendo dal solo contratto medico-paziente ma vedendo ogni prescrizione in un’ottica di sistema. La piattaforma Maiday nasce per creare un linguaggio e una cultura comune tra gli infettivologi che si occupano di resistenze microbiche”.
Nell’ultimo decennio sono state sviluppate o sono in corso di sviluppo poco meno di 10 nuove molecole antibiotiche. La ricerca e sviluppo di questi farmaci è difficoltosa per diverse ragioni: i superbatteri sono degli ‘opportunisti’ che minacciano la vita di pazienti fragili e compromessi con diverse comorbidità e arruolare numeri adeguati di pazienti vulnerabili per avere trial clinici con adeguate evidenze di efficacia, non è semplice. In questo contesto, si inserisce Shionogi, azienda giapponese con sede ad Osaka e filiali in tutto il mondo, Italia inclusa, che ha una consolidata esperienza nel campo degli antibiotici per trovare soluzioni terapeutiche efficaci e un’ampia rete di collaborazioni internazionali.
“In Shionogi Europe crediamo nel fare le cose in modo diverso – commenta Andrea Pitrelli, Market Access & Government Affairs Head, Shionogi Italia -. Il nostro Dna unico combina i valori e le nostre radici giapponesi con l’attitudine della nostra affiliata europea ed italiana in forte e rapida crescita, consentendoci di rilasciare valore e migliorare l’offerta terapeutica dove ci sono più bisogni di salute. Questo – aggiunge – ci ha permesso di contribuire a cambiare in meglio la prospettiva di salute pubblica in ambiti critici come come l’Hiv e l’Amr ed affrontare, con la nostra pipeline in sviluppo, altre aree in cui il bisogno clinico insoddisfatto è maggiore, come altre malattie infettive e malattie rare/orfane”.
“I sistemi sanitari – sottolinea Pirelli – sono sotto pressione da tutte le direzioni. Per poter raccogliere e superare le sfide di sanità pubblica delle generazioni presenti e future, siamo fortemente orientati alla partnership, alle idee innovative e coraggiose. Quando Sita ci ha presentato l’opportunità di supportare questa iniziativa importante per il contrasto alla resistenza antimicrobica, rappresentata dal progetto Maiday – prosegue – ci è sembrato che il progetto si adattasse perfettamente alla missione di Shionogi, che è contribuire a sviluppare una maggiore conoscenza e competenza nella pratica clinica nell’uso di nuovi antibiotici. Crediamo inoltre – conclude Pirelli – che questa iniziativa nel tempo aiuterà a raccogliere tutta una serie di best practice da condividere con la comunità scientifica allargata, contribuendo ad accrescere le conoscenze su come utilizzare al meglio i nuovi antibiotici ospedalieri preservandone l’efficacia nel tempo”.