(Adnkronos) – “C’è un percorso parlamentare avviato, abbiamo già fatto alcune audizioni con i soggetti istituzionali” per l’indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria nel quadro dell’efficacia complessiva di welfare e di tutela della salute, “le porteremo a termine e incominceremo a ragionare su un testo di riordino. Confido che nell’arco di 5-6 mesi riusciremo a portare in Aula un testo”. Così all’Adnkronos Salute Francesco Zaffini, presidente della Commissione Affari sociali e Sanità del Senato, spiegando gli obiettivi dell’indagine che punta a nuove regole per la sanità integrativa. Ci saranno tante ‘pressioni’ esterne? “Ci sono – chiosa Zaffini – perché dove c’è tanto denaro ci sono tante pressioni”.
“Abbiamo avviato un’indagine conoscitiva sulla sanità integrativa e sulla previdenza complementare, l’abbiamo deliberata all’unanimità dei componenti della Commissione, consapevoli di una serie di problemi – spiega Zaffini – Ma il più evidente di tutti è che in Italia c’è una spesa privata ‘out of pocket’ che incide così pesantemente sulle tasche degli italiani e in modo del tutto incontrollato e non intermediato”, sottolinea.
“C’è da un lato – evidenzia Zaffini – il Fondo sanitario nazionale che pesa oggi intorno ai 127 miliardi di euro, e che ovviamente è intermediato dalla presenza dello Stato nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, dall’altro c’è una spesa privata, parliamo di quella ‘bianca’, che oggi pesa intorno a 40-45 miliardi, ma qualcuno dice che è anche di più, che trova intermediazione per una misura irrilevante intorno al 4-5%. Questa cosa non è possibile – avverte – e non risponde ai parametri degli altri Paesi Ue, ma soprattutto non risponde ai parametri di serietà e correttezza”.
L’utente di prestazioni sanitarie non è un contraente normale – osserva il presidente della Commissione Affari sociali e Sanità del Senato – Se lo lasciamo alla legge della domanda e dell’offerta, è ovvio che chi chiede di acquistare prestazioni sanitarie e lo fa a proprie spese è perché è fragile, ha patologia o pensa di averla, è fragile perché ha un problema di tempo. Se è disposto a pagare qualcosa che il Servizio sanitario nazionale dovrebbe dare, lo fa mosso da un stato di necessità”, precisa Zaffini.
Che soluzione state immaginando e studiando? “L’idea – risponde – è mettere ordine in tutto questo panorama di soggetti che non sono riusciti fino ad oggi ad intermediare in misura almeno del 50% i 45 miliardi di spesa sanitaria privata. Se ci riuscissimo avremo fatto un grande servizio al Paese, perché avremo ottenuto la strutturazione del famoso ‘secondo pilastro’ del welfare. La sanità si muove su un primo pilastro pubblico che è il Ssn, che dovrebbe garantire i Lea”, mentre “il secondo pilastro, quello della sanità integrativa, dovrebbe garantire i Lei, Livelli essenziali integrativi”.
“Ma dentro questo concetto c’è molto – conclude Zaffini – La sanità integrativa non deve fare concorrenza alla sanità pubblica, ma nello stesso tempo deve garantire prestazioni importanti, pensiamo alle cure odontoiatriche”.