(Adnkronos) – “Colpisce tutti i bambini in maniera molto democratica, indipendentemente dalle loro precedenti condizioni di salute: per il virus respiratorio sinciziale non ci sono categorie a rischio. Per questo motivo è importante proteggere tutti. Se guardiamo i piccoli pazienti ospedalizzati a causa dell’infezione da Rsv sono bambini nati perfettamente sani, il loro unico problema è essere molto piccoli. Nostro compito è proteggerli tutti”. Lo ha detto Chiara Azzari, professore ordinario di Pediatria presso l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, a margine del 56esimo congresso nazionale della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) che si chiude oggi a Roma.
“Le armi che si stanno studiando nelle aziende contro il virus respiratorio sinciziale sono diverse – afferma l’esperta che è anche immunologa – dai vaccini per bambini, ai vaccini per le mamme in gravidanza in modo che possano trasmettere gli anticorpi ai bambini, fino agli anticorpi monoclonali. Questi ultimi sono anticorpi belli e fatti, già pronti e si possono somministrare ai bambini. Ma se pensiamo che la stragrande maggioranza dei bambini si ammala sotto i tre mesi di età già capiamo che è difficile poterli proteggere sottoponendoli alla vaccinazione. Dobbiamo dargli anticorpi già pronti, per questo i monoclonali sono la scelta migliore: possiamo somministrarli all’inizio della stagione del virus, possiamo darli a tutti i bambini e non abbiamo bisogno del tempo che il vaccino, invece, ci richiederebbe per sviluppare un po’ di immunità”.
”L’Europa ha recentemente approvato uno di questi anticorpi monoclonali – conclude Azzari – il primo che avremo a disposizione si chiama nirsevimab, un monoclonale che può essere somministrato a tutti i bambini con una dose e che li protegge per tutta la stagione del virus respiratorio sinciziale. Si somministra ad esempio ad ottobre e il bambino è protetto fino ad aprile”.