(Adnkronos) –
In collaborazione con Gilead
“Interessante l’attenzione rilevata nei progetti all’approccio multidisciplinare, fondamentale per i pazienti con Hiv e non solo. E’ stato molto difficile scegliere chi premiare tra i tanti progetti sottoposti alla commissione. Abbiamo scelto i vincitori basandoci sulla originalità dei progetti, che spaziavano da quelli mirati a migliorare la qualità della vita dei pazienti e la loro salute mentale a quelli sulla cura del malato oncologico con Hiv, fino a quelli di screening e prevenzione nei Pronto soccorso”. Lo ha detto Stefano Vella, professore di Salute globale dell’università Cattolica del Sacro cuore di Roma e commissario della XII edizione dei Bandi Gilead, oggi a Milano, a margine dell’evento di premiazione dei 62 progetti vincitori dedicati agli enti di ricerca e cura italiani e alle associazioni di pazienti che operano nell’area delle malattie infettive, delle patologie oncologiche e oncoematologiche.
A proposito dell’infezione da Hiv, Vella ha sottolineato come “siamo un Paese in cui esiste ancora un sommerso di pazienti che non sanno di essere infetti e per questo arrivano tardi alle cure. Voglio quindi lanciare un messaggio ai ragazzi ma anche ai medici di famiglia: l’Hiv circola ancora, meno di un tempo ma esiste ancora, bisogna dunque fare informazione ed educare le persone rispetto ai comportamenti a rischio e all’importanza dello screening. E’ importante – aggiunge Vella – che i medici di famiglia sappiano cogliere i segnali e indirizzino i pazienti verso il test ed è necessario che nelle scuole venga potenziata la formazione alla salute. Oggi abbiamo anche uno strumento in più, ovvero la Prep (profilassi pre-esposizione, ndr) che funziona. Malgrado ricerche durate anni, a oggi – conclude – non esiste ancora un vero e proprio vaccino, ma la Prep è una possibilità per quelle persone che hanno comportamenti ad altissimo rischio”.