(Adnkronos) – “In occasione della Settimana mondiale del cervello 2023 in tutt’Italia si svolgeranno, dal 13 al 19 marzo, numerose iniziative rivolte al pubblico. Gli obiettivi della campagna sono: diffondere nella popolazione l’importanza delle funzioni del cervello, promuovere la conoscenza delle malattie neurologiche acute e croniche e far capire quanto sia fondamentale mantenere un cervello sano a tutte le età. A tale scopo saranno organizzati in tutti i centri neurologici sparsi sul nostro territorio nazionale seminari, approfondimenti e dibattiti aperti a tutti, non solo agli specialisti del settore”. Così Alfredo Berardelli, presidente della Società italiana di neurologia (Sin), nella settima puntata della rubrica mensile ‘Proteggi il tuo cervello, affidati al neurologo’ dedicata alla Settimana mondiale del cervello, progetto nato dalla collaborazione tra Sin e Adnkronos con l’obiettivo di aumentare la conoscenza sulle patologie neurologiche e sulla figura del neurologo, ma anche e soprattutto sensibilizzare la popolazione ad affidarsi alle cure di questo specialista nel momento in cui compaiono i primi sintomi.
“Le malattie neurologiche -sottolinea Berardelli – incidono profondamente sulla qualità della vita dei pazienti e anche nell’assistenza medica necessaria per tali pazienti, per questo è fondamentale farle conoscere”. Il ministero della Salute stima che le malattie del sistema nervoso, per le quali si richiede l’intervento del neurologo, abbiano nel nostro Paese un incidenza di nuovi casi ogni anno pari al 7,5% della popolazione e una prevalenza del 30%. A questi numeri vanno aggiunte malattie neurologiche che per ragioni varie arrivano dallo specialista troppo tardi o non vi arrivano affatto come la narcolessia, le cefalee o le demenze.
“Con il titolo che abbiamo scelto per questa edizione ‘La nuova era del cervello’ – sottolinea il presidente Sin – vogliamo far capire che negli ultimi anni ci sono stati notevoli progressi nella comprensione delle cause e dei meccanismi alla base di molte malattie neurologiche, in particolare di quelle croniche: Alzheimer e malattia di Parkinson, tra le più comuni. Solo una conoscenza dei meccanismi che determinano tali malattie ci potrà fornire tutti gli elementi per sviluppare nuove terapie. Ed è quello che sta succedendo. Per l’Alzheimer e la malattia di Parkinson si intravede la possibilità di avere nuove terapie per tali pazienti”.
L’innovazione tecnologica a cui stiamo assistendo e la messa a punta dei nuovi farmaci biologici – secondo Berardelli – sta aprendo una nuova era nella cura di tali patologie. “Avendo capito che molte di queste malattie neurologiche croniche sono causate dal fumo, dalla deposizione di proteine anomale che diventando tossiche danneggiano i neuroni cerebrali – spiega – si stanno sviluppando delle terapie contro queste proteine”. Quali le novità che ci si deve aspettare in un prossimo futuro in questo ambito? “Possibili nuovi approcci terapeutici – conclude – saranno rappresentati dall’uso di anticorpi monoclonali diretti verso alcune proteine tossiche che sono state individuate sia nella malattia di Alzheimer che nella malattia di Parkinson. Inoltre, sempre più si va sviluppando l’idea della neuro-modulazione di attività cerebrali di alcune aree cerebrali, ad esempio nella malattia di Parkinson”.
Promossa in Italia come ogni anno dal 2010 dalla Sin, coordinata dalla European Dana Alliance for the Brain in Europa e dalla Dana Alliance for Brain Initiatives negli Stati Uniti, la Settimana del cervello è il frutto di un coordinamento internazionale cui partecipano le società neuroscientifiche di tutto il mondo e a cui la Società italiana di neurologia aderisce fin dall’edizione 2010.