(Adnkronos) – “L’importanza del tema della salute mentale, soprattutto in relazione all’utilizzo dei social network, è fondamentale. Non a caso abbiamo organizzato la nuova edizione di ‘Milano for mental health’, che prevede cento iniziative a cavallo del 10 ottobre, la Giornata mondiale della salute mentale, proprio per rompere il silenzio che avvolge il disagio psicologico. Abbiamo anche redatto un Manifesto per la salute mentale, chiamato ‘Bene in comune’, perché si deve superare la dimensione individuale e privatistica del tema della salute mentale e trattarlo come un fatto collettivo, che riguarda tutte e tutti noi”. “Il sistema sanitario ha un grosso deficit perché la salute mentale è considerata sempre un tema di serie B. Con queste iniziative vogliamo farne un tema di serie A perché non c’è salute senza salute mentale”. Così l’assessore al Welfare e alla Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolè, a margine dell’evento ‘Socialized Minds, la salute mentale giovanile nell’era dei social’, organizzato da Janssen (Johnson & Johnson) e dall’università Milano-Bicocca e con il patrocinio del Comune di Milano.
“Vogliamo quindi contrastare lo stigma, accompagnare la socializzazione delle questioni che riguardano la salute mentale – prosegue – e orientare le persone verso risposte più appropriate perché oggi le persone non sanno a chi rivolgersi e spesso il reddito è una fortissima discriminante rispetto alla qualità e tempestività dei percorsi”.
“Se focalizziamo poi l’attenzione sul mondo giovanile – continua l’assessore – evidentemente abbiamo un problema ancora più grave e più serio. La pandemia ha amplificato alcune difficoltà ed oggi abbiamo ragazze e ragazze più fragili. Dobbiamo dare loro delle risposte. Inoltre, sappiamo quanto i cambiamenti sociali e quelli legati al digitale e agli strumenti di comunicazione, tra i quali i social media, possono generare nuove dimensioni e nuovi spazi di relazione, ma anche nuovi rischi. Per questo è molto importante lavorare insieme e condividere esperienze e strategie per iniziare a recuperare il grande ritardo del nostro Paese in questo senso. Siamo il fanalino di coda rispetto ai temi della salute mentale, con tempi di diagnosi lunghissimi e presa in carico difficoltosa anche per i più piccoli”.