(Adnkronos) – “L’oncologia oggi è l’area di assoluto interesse per Merck, dove si concentra il 60% degli investimenti in ricerca: abbiamo infatti in valutazione circa 9 composti in oncologia sui 15 complessivi della divisione farmaceutica Merck Italia. Tepotinib, l’inibitore orale per il trattamento di pazienti affetti da tumore al polmone avanzato non a piccole cellule, a tutti gli effetti oggi rappresenta un’opzione terapeutica assolutamente efficace che va a coprire i bisogni insoddisfatti dei pazienti, cioè la disponibilità di una terapia sistemica da utilizzare per pazienti precedentemente trattati con chemioterapia a base di platino piuttosto che con immunoterapia”. Così Fabrizio Bocchetti, Direttore Business Unit Oncologia Merck Italia, a margine della conferenza stampa ‘Cancro al polmone: un’altra promessa mantenuta’, promossa da Merck Italia, oggi a Roma, al Palazzo dell’Informazione, per il lancio in Italia di tepotinib, terapia orale in singola somministrazione giornaliera.
“A valle di un iniziale trattamento di chemioterapia a base di platino e immunoterapia – spiega Bocchetti all’Adnkronos Salute – le soluzioni a disposizione del paziente in caso di remissione della malattia erano assolutamente non idonee a garantire un minimo di qualità della vita del paziente. Con tepotinib sicuramente il dato incrementale di qualità di vita permette loro di ovviare ai disagi abbastanza chiari e oggi con questo farmaco abbiamo la possibilità di donare ai nostri pazienti una migliore qualità della vita”.
“Per Merck – prosegue Bocchetti – l’area polmonare rappresenta un’area di assoluto interesse, era ovvio che nel percorso che l’azienda sta facendo da circa 40 anni nell’ambito della ricerca scientifica potessimo anche dedicarci a cercare di coprire questo bisogno insoddisfatto del paziente. Ben 19 anni fa siamo riusciti a sviluppare la prima target terapy per la cura del carcinoma metastatico al colon retto. Da allora – conclude – ci siamo adoperati per cercare di continuare ad investire in altre aeree di interesse e oggi possiamo dire di avercela fatta”.