(Adnkronos) – La vaccinazione contro l’Herpes Zoster è importante nei “pazienti fragili immunocompromessi e con patologie croniche” perché “hanno una maggiore incidenza” di questa patologia nota come Fuoco di Sant’Antonio “e anche delle complicanze di cui la più temuta è sicuramente la nevralgia posterpetica. I soggetti con patologie che hanno un abbassamento delle risposte immunitarie, come i pazienti sottoposti a trapianti di cellule staminali, ma anche soggetti con tumori o malattie autoimmuni hanno una particolare suscettibilità a questa malattia e alle sue complicanze che possono avere anche conseguenze molto gravi”. Così Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze, intervenendo a margine del 56esimo congresso nazionale della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), a Roma.
“Nei pazienti oncologici c’è un aumentato rischio – ricorda Bonanni – in alcuni di più in altri di meno: il cancro non è un’unica patologia, ma sono tante patologie diverse. Un rischio più alto di Herpes Zoster, nell’ordine di 2,5 – 3 volte, è spesso presente nei tumori del sangue, le malattie oncoematologiche (mielomi, leucemie e linfomi). Negli altri tumori il rischio è aumentato dal 10 al 50% rispetto alla popolazione della stesa età, ma sana”.
Oggi la prevenzione è possibile con la vaccinazione. “Nel paziente fortemente compromesso – spiega Bonanni – il vaccino con virus vivo attenuato non può essere utilizzato. Abbiamo però un vaccino ricombinante costituito dalla glicoproteina E della superficie del virus della Varicella Zoster. È un vaccino che – continua – grazie anche all’utilizzo di un adiuvante innovativo, As01b, è in grado di dare una risposta vivace e di proteggere con una probabilità dal 90 al 97%. I dati di persistenza a 10 anni, inoltre, mostrano una protezione che sfiora il 90%. Un vaccino che protegge molto bene e che dura anche nel tempo”, conclude l’esperto.