(Adnkronos) – “L’infezione da virus respiratorio sinciziale (Rsv) colpisce tutti i bambini. Nei piccoli pazienti è una delle principali cause di bronchioliti che rappresenta la principale causa di ospedalizzazione nel primo anno di vita. Oltre il 20% dei bambini nel primo anno di vita sviluppa un’infezione respiratoria da Rsv e il 4% della coorte di questi bambini richiede perfino l’ospedalizzazione. Per questo motivo è necessaria una protezione che copra tutti i bambini, non solo quelli nati pre-termine o con patologie croniche, ma anche i nati sani e a termine perché sono tutti a rischio di contrarre questa grave infezione. Un obiettivo a cui possiamo arrivare con un nuovo anticorpo monoclonale approvato nei mesi scorsi dall’Ema, ovvero nirsevimab, che, una volta somministrato in singola dose, ha la caratteristica di poter essere efficace per almeno 5 mesi, così da poter proteggere i neonati per tutta la stagione”. Così Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene Università degli Studi di Firenze, a margine del 56esimo congresso nazionale della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) che si chiude oggi a Roma.
“Con questo strumento – assicura Bonanni – possiamo immunizzare tutti i bambini che nascono durante la stagione in cui il virus circola maggiormente (ottobre-marzo) direttamente in ospedale, e fare in modo che i bambini che nascono fuori dalla stagione del virus (aprile-settembre), dove non c’è il rischio elevato di infezione da Rsv, vengano immunizzati ad ottobre, ovvero prima dell’inizio della stagione dell’Rsv”.
Per l’esperto, però, “occorre che Aifa classifichi l’anticorpo monoclonale nirsevimab non come prodotto terapeutico, ma come prodotto per la prevenzione, anche in modo tale che vada nel budget della prevenzione: un aspetto fondamentale perché si possa utilizzare su larga scala. Successivamente, dobbiamo far capire alla classe medica, infermieristica e alle famiglie quanto questa infezione sia pericolosa e come oggi abbiamo uno strumento importantissimo e molto efficace per poter ridurre i casi di malattia da Rsv”.
Per Bonanni la prevenzione è “cruciale”, sottolinea ricordando l’importanza del “calendario vaccinale per la vita”, che di recente insieme alla Società italiana di neonatologia (Sin) ha raccomandato che nirsevimab vada impiegato in tutti i neonati per la prevenzione dalle malattie di Rsv e incluso in un percorso e budget di prevenzione. Inoltre, aggiunge, “speriamo presto di avere un nuovo Piano nazionale vaccinale 2023-2025 ma che prima o poi dovremmo chiamare Piano nazionale di immunizzazione e non più di prevenzione perché questi anticorpi monoclonali di cui oggi parliamo non sono un vaccino, ma funzionano esattamente come una prevenzione vaccinale”.