(Adnkronos) – “Avere una nuova molecola, trastuzumab-deruxtecan, che funziona meglio di quelle che usavamo in seconda linea” in pazienti con cancro al seno metastatico Her2-positivo “ci permette di cambiare l’algoritmo e di anticipare l’impiego di queste cure”. Non solo “per avere una terapia efficace in caso di resistenza, ma anche “per una migliore qualità della vita della paziente, centrale per l’umanizzazione delle cure”. Lo ha detto Saverio Cinieri, presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), intervenendo questa mattina a Milano alla conferenza stampa sul rimborso riconosciuto dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per l’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato di Daiichi Sankyo e AstraZeneca.
Come si è ricordato nel corso dell’evento, lo studio di registrazione Destiny-Breast03 ha dimostrato che la qualità di vita correlata alla salute non è peggiorata, in queste pazienti, nonostante la maggiore durata del trattamento con trastuzumab deruxtecan. Il tempo tra inizio del trattamento e primo ricovero è stato infatti di circa 216 giorni contro i 50 giorni per il trattamento standard (TDM-1). Dare un farmaco che ha dimostrato fino all’80% di risposte parziali, in pazienti con metastasi dolorose, è collegato a un netto miglioramento della qualità della vita. A tale proposito, “presto presenteremo le nuove linee guida dell’Aiom per il tumore alla mammella – ha anticipato Cinieri – Un lavoro complesso, ma che è utile e consultabile per la gestione della malattia in tutte le fasi, anche da parte degli operatori sanitari, dei pazienti e del medico di medicina generale, anche nella fase pre-terminale e terminale, che purtroppo arriva. Ho qualche perplessità – riflette il presidente Aiom – sul fatto che le persone arrivino alla morte in ospedale e non a casa. A mio modo di vedere, bisognerebbe favorire la medicina integrata con supporto psicologico e il più possibile sul territorio. Sono sempre più le persone che decidono, non solo per le patologie a della mammella, di morire a casa. Nelle donne giovani in fase terminale e trattate in ospedale – osserva Cinieri – abbiamo ben presente la questione dei figli piccoli. Per questo nella struttura dove lavoro, per esempio, abbiamo una stanza apposita dove la donna può sedere in poltrona e i piccoli non abbiano un ricordo della mamma come una paziente terminale. Anche questo fa parte dell’umanizzazione delle cure”.
A proposito dei più piccoli, il numero uno dell’Aiom ricorda l’importanza degli stili di vita sani per prevenire l’insorgere a dei tumori. “C’è un dato importante che trascuriamo – sottolinea l’oncologo – L’obesità infantile è un rischio importantissimo non solo per il cancro, ma anche per malattie metaboliche e cardiologiche. Campania, Sicilia, Puglia e Calabria hanno tassi di sovrappeso in età pediatrica altissimi. Questa obesità – conclude Cinieri – creerà una società con non solo un alto rischio di cancro ancora prima dei 40 anni, ma anche di altre malattie”.