(Adnkronos) – Le diete e i regimi alimentari più popolari sotto esame. In ‘cattedra’ a dare i voti sono i cardiologi Usa, che hanno valutato quanto questi modelli – in totale 10 quelli esaminati – siano in linea con un’alimentazione sana per il cuore, e quindi con i principi contenuti nella guida della società scientifica che li riunisce, l’American Heart Association (Aha). Fra i promossi, la dieta mediterranea, ma anche gli stili alimentari vegetariani e pescetariani. ‘Bocciate’ le diete paleo e chetogeniche, che non si classificano come sane per il cuore e contraddicono la guida dell’associazione. Il punteggio più alto in assoluto se lo aggiudicano i regimi alimentari ‘Dash’ (Dietary Approaches to Stop Hypertension), che enfatizzano in particolare verdure, frutta cereali integrali, legumi, noci e semi, latticini a basso contenuto di grassi e includono carni magre e pollame, pesce e oli non tropicali (le diete nordiche e baltiche sono altre tipologie di questo modello).
L’esito della valutazione degli esperti è contenuto in una dichiarazione scientifica pubblicata sulla rivista ‘Circulation’. “Negli ultimi anni è proliferato un numero elevato di modelli dietetici diversi e popolari e la quantità di disinformazione su di essi sui social media ha raggiunto livelli critici”, afferma Christopher D. Gardner, Stanford University, presidente del comitato che ha scritto lo statement. “Il pubblico – e anche molti operatori sanitari – possono giustamente essere confusi riguardo a un’alimentazione sana per il cuore e potrebbero ritenere di non avere il tempo o la formazione per valutare le diverse diete. Ci auguriamo che questo documento serva”.
Nel gruppo con i voti più alti (livello 1, sopra quota 85), quindi, rientra il modello Dash che soddisfa tutte le indicazioni dei cardiologi e quindi totalizza un punteggio perfetto. Sono modelli alimentari a basso contenuto di sale, zuccheri aggiunti, alcol, oli tropicali e alimenti trasformati e sono ricchi di verdure non amidacee, frutta, cereali integrali e legumi, elencano gli esperti. Le proteine tendono a provenire principalmente da fonti vegetali (come legumi, fagioli o noci), insieme a pesce o frutti di mare, pollame magro e carne e latticini a basso contenuto di grassi o senza grassi. Anche la dieta in stile mediterraneo è fra quelle al top, molto apprezzata. Dal momento che non affronta esplicitamente il nodo del sale aggiunto e include un consumo moderato di alcol (piuttosto che evitarlo o limitarlo), ha un punteggio leggermente inferiore rispetto allo stile Dash, puntualizzano gli esperti.
Anche la maggior parte delle caratteristiche di un modello alimentare vegetariano sono in linea con la guida dietetica dell’Aha. Nel livello alto rientrano anche i piani alimentari pescetariani e vegetariani che includono uova, latticini o entrambi. “Se implementati come previsto, i modelli dietetici di alto livello si allineano meglio con la guida dell’American Heart Association e possono essere adattati per rispettare le pratiche culturali, le preferenze alimentari e i budget e consentire alle persone di mangiare sempre in questo modo, a lungo termine”, evidenzia Gardner.
Al livello 2 si collocano le diete vegane e a basso contenuto di grassi (punteggi 75-85), che enfatizzano il consumo di verdure, frutta, cereali integrali, legumi e noci, limitando al contempo alcol e cibi e bevande con zuccheri aggiunti. “Tuttavia, le restrizioni nel modello alimentare vegano possono rendere più difficile seguirlo a lungo termine o quando si mangia fuori casa. Seguire un modello alimentare vegano può aumentare il rischio di carenza di vitamina B-12, che può causare anomalie dei globuli rossi che portano all’anemia; pertanto, l’integrazione può essere raccomandata dai medici”, è l’analisi contenuta nel documento.
Le diete povere di grassi, invece, spesso trattano tutti i grassi allo stesso modo, mentre la guida dell’Associazione suggerisce di sostituire i grassi saturi con grassi più sani come i mono e polinsaturi. Chi segue questa dieta può trovarsi a consumare fonti di carboidrati meno salutari. Tuttavia, questi fattori possono essere superati con un’adeguata consulenza e istruzione, ragionano gli esperti.
Al livello 3, secondo il documento, ci sono i regimi caratterizzati da un molto basso contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati (punteggi 55-74). Questi modelli dietetici hanno un allineamento da basso a moderato con la guida dell’Associazione. Entrambi i modelli, osservano gli autori, limitano i gruppi di alimenti che sono invece enfatizzati nella guida dell’Associazione. Quelli a bassissimo contenuto di grassi hanno perso punti per aver limitato noci e oli vegetali sani (non tropicali). Le diete a basso contenuto di carboidrati limitano frutta (a causa del contenuto di zucchero), cereali e legumi. Limitando i carboidrati, chi segue questi regimi tende a diminuire il consumo di fibre mentre aumenta il consumo di grassi saturi (da carni e alimenti di origine animale), entrambi fattori non in linea con la guida Aha.
Il livello più basso (livello 4) è quello delle diete paleolitiche e a bassissimo contenuto di carboidrati/chetogeniche (punteggi inferiori a 55). Questi due modelli alimentari, spesso utilizzati per la perdita di peso, si allineano male con la guida dietetica dell’Associazione. I punti di forza sono l’enfasi sul consumo di verdure, noci e pesce, insieme alla riduzione al minimo del consumo di alcol e zuccheri aggiunti. In studi della durata massima di 6 mesi, sono stati dimostrati miglioramenti del peso corporeo e della glicemia. Tuttavia, dopo un anno, la maggior parte dei miglioramenti non era diversa dai risultati di una dieta meno restrittiva. Le restrizioni su frutta, cereali integrali e legumi possono comportare un ridotto apporto di fibre. Inoltre, queste diete sono ricche di grassi senza limitare i grassi saturi.
Il consumo di alti livelli di grassi saturi e bassi livelli di fibre sono entrambi collegati allo sviluppo di malattie cardiovascolari. “Non c’è davvero alcun modo per seguire le diete di livello 4 come previsto ed essere ancora in linea con la guida dietetica dell’American Heart Association”, conclude Gardner. “Sono altamente restrittive e difficili da condurre a lungo termine per la maggior parte delle persone. Una dieta efficace nell’aiutare a mantenere gli obiettivi di perdita di peso, da un punto di vista pratico deve essere sostenibile”.