(Adnkronos) – “Poter definire la spesa per le vaccinazioni non come ‘corrente’ ma come ‘investimento’, che è lo stesso modo che utilizziamo per contabilizzare l’esborso per gli armamenti, permetterebbe di liberare risorse sul conto economico del Servizio sanitario nazionale e sul conto economico dello Stato”. Lo ha spiegato Americo Cicchetti, docente di Organizzazione aziendale alla facoltà di Economia dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma a margine della presentazione, oggi a Roma, del Consensus paper di Italia Longeva, l’associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva, per una maggiore diffusione della vaccinazione antipneumococcica sul territorio nazionale.
Una possibilità, quella di un altro tipo di contabilizzazione per i vaccini, che “oggi non è possibile. Le regole europee considerano le spese per gli armamenti come ammortizzabili nel tempo ma non si può fare lo stesso con le spese sanitarie. Il paradosso è che la pallottola, che si spara una sola volta, è ammortizzata in 10 anni mentre il vaccino che ha effetti nel tempo no”. La possibilità di invertire la rotta, però, c’è, “ci sono due strade – continua Cicchetti – la prima è quella maestra, ovvero cambiare il sistema di contabilizzazione della spesa pubblica europea per tutti i Paesi dell’Unione. Molti Stati stanno chiedendo di fare questo aggiornamento. L’ultima volta è avvenuto nel 2010 quando, appunto, sono state inserite le spese militari come spese per investimento. Oggi c’è un motivo in più per aggiornare perché, oltre ai vaccini, ci sono anche le terapie geniche che potrebbero avere caratteristiche adatte”.
La seconda strada “è quella che viene dalla revisione del Patto di stabilità e crescita. La spesa primaria netta pubblica è da ‘concordare’ con la Commissione europea per rientrare nei parametri (il 3% del rapporto deficit Pil) e questo consentirebbe di scomputare alcune spese: sicuramente quelle per gli interessi che noi paghiamo sul debito, ma anche le spese che possano generare effetti dal punto di vista della crescita economica. Se noi riusciamo a dimostrare, e non è difficile, che effettivamente c’è più crescita con una popolazione più in salute grazie alla vaccinazione degli adulti, ciò ci permetterebbe di spostare quella spesa da ‘corrente’ a ‘investimento’, alleggerendo il nostro conto economico, cioè quello che presentiamo alla Commissione europea. Dato che il meccanismo, ancora in discussione all’Eurogruppo prevede un allungamento a 4 o 7 anni di questo piano – che una volta si negoziava anno su anno – ciò lascia spazio a manovre di questo tipo”.