(Adnkronos) – Preoccupati e disillusi riguardo al futuro e consapevoli che il Covid ha in parte compromesso irreversibilmente la loro formazione scolastica. Molto meno propensi, rispetto al recente passato, a intraprendere gli studi universitari. Mangioni e sedentari, insoddisfatti del proprio aspetto fisico e in balia di una estetica dettata da influencer e fashion blogger. Sempre più ‘connessi’ e con un lento, ma costante peggioramento dei rapporti in famiglia e con il gruppo dei pari. Il desiderio diffuso, fortemente accresciuto rispetto al passato, tanto da aver quasi il sapore di “voglia di fuga”, è quello di viaggiare.
E’ questo lo spaccato che emerge dall’edizione 2022 dell’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata annualmente dall’associazione no-profit Laboratorio adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard su un campione nazionale rappresentativo di 5.600 studenti della fascia di età 13-19 anni.
“Dopo l’anno del Covid – afferma Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio adolescenza – avevamo dato all’indagine di quest’anno il titolo ‘Adolescenza tra speranze e timori’, ma purtroppo, dati alla mano, i timori sembrano essere molto maggiori delle speranze. Passare dalla Dad alla guerra, senza soluzione di continuità, ha reso gli adolescenti, già duramente colpiti a livello psicologico dalla pandemia, ancora più fragili e timorosi. Un dato su tutti che descrive impietosamente la situazione: il 52,7% degli adolescenti guarda al proprio futuro definendosi ‘incerto’ o ‘preoccupato’. Gli ‘ottimisti’ sono il 14%, percentuale che scende al 12,7% tra gli studenti delle scuole superiori e all’11,8% tra le ragazze”. Non solo. Pensa di iscriversi all’università il 63% degli studenti intervistati, ma pensa di non farlo il 33% (addirittura il 40% dei maschi). Un dato in aumento rispetto al 22,9% del 2018.
Dall’indagine emerge che gli adolescenti ancora faticano a ritrovare la serenità perduta a causa del Covid e solo poco più di un terzo del campione intervistato (35%) ritiene che si sta uscendo definitivamente dall’emergenza, mentre il 63,6% (70,8% delle femmine) teme future recrudescenze.
Dopo la pandemia, lo scoppio della guerra in Ucraina ha ulteriormente minato il loro senso di fiducia verso il futuro. La preoccupazione degli adolescenti risulta elevatissima (percentuali che oscillano tra l’80 e il 90%) per la maggior parte delle possibili conseguenze dirette e indirette che possono derivare dal conflitto. Oltre il 75% è anche preoccupato per il possibile scoppio di una terza guerra mondiale o per un eventuale coinvolgimento diretto dell’Italia nel conflitto. Interessante osservare, infine, che la maggioranza assoluta non considera preoccupante anche un eventuale numerosissimo arrivo di profughi dalle zone di guerra.