(Adnkronos) – L’Organizzazione mondiale della sanità “sta monitorando diverse varianti Covid-19 tra cui Eg.5, sulla quale oggi pubblicheremo una valutazione del rischio. Rimane il rischio che emerga una variante più pericolosa che potrebbe causare un improvviso aumento dei casi e dei decessi”, Così il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante la conferenza stampa a Ginevra sulle emergenze sanitarie globali. Sars-CoV-2 “continua a circolare in tutti i Paesi, continua ad uccidere e a cambiare”, aggiunge il dg, che rilancia: la pandemia non è finita e l’Oms “continua a valutare alto il rischio Covid-19 per la salute pubblica globale”.
“Tre mesi fa ho dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria globale per Covid-19, anche se ho affermato che rimane una minaccia per la salute globale – ha ricordato Tedros -. Da allora, a livello globale il numero di casi segnalati, ricoveri e decessi, ha continuato a diminuire”.
“Tuttavia il numero di Paesi che ci riportano i dati è diminuito in modo significativo – avverte Tedros -. Nell’ultimo mese solo il 25% dei paesi ha segnalato decessi per Covid all’Oms e solo 11% ha segnalato ricoveri e ricoveri in terapia intensiva. Questo – rimarca il direttore generale dell’Oms – non significa che gli altri paesi non registrino morti o ricoveri, significa che non li stanno segnalando all’Oms”.
La variante Eris (EG.5 e i suoi sottolignaggi fra cui EG.5.1) viene intanto classificata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come variante d’interesse. E’ l’esito dell’ultima valutazione del rischio. La variante d’interesse è l’attuale livello più elevato di attenzione riservato alle nuove varianti. Eris era stata classificata inizialmente il 19 luglio come variante sotto monitoraggio. “Sulla base delle prove disponibili, il rischio per la salute pubblica posto da EG.5 è valutato come basso a livello globale”, puntualizza l’Oms nel documento odierno. Quindi la nuova variante viene allineata al livello di rischio già associato ad Arturo XBB.1.16 e alle altre Voi (cioè Kraken) attualmente in circolazione.
“Mentre EG.5 ha mostrato una maggiore prevalenza, un vantaggio di crescita e proprietà di fuga immunitaria, ad oggi non sono stati segnalati cambiamenti nella gravità della malattia”, viene puntualizzato dall’agenzia Onu per la Salute. Aumenti concomitanti nella quota di EG.5 fra le varianti circolanti e nei ricoveri Covid (comunque inferiori alle ondate precedenti) sono stati osservati in Paesi come il Giappone e la Corea ma “non sono state fatte associazioni tra questi ricoveri e la nuova variante”. Tuttavia, per via del suo vantaggio di crescita e delle sue caratteristiche di fuga immunitaria, EG.5 “può causare un aumento dell’incidenza dei casi e diventare dominante in alcuni Paesi o anche a livello globale”, avverte l’Oms.
EG.5 è stata segnalata per la prima volta il 17 febbraio 2023. Questa variante porta un’ulteriore mutazione in un amminoacido nella proteina spike rispetto ai suoi ‘genitori’: la sottovariante XBB.1.9.2 e XBB.1.5 (Kraken). All’interno del lignaggio EG.5, spicca Eris, la sottovariante EG.5.1 che ha un’ulteriore mutazione nella Spike e rappresenta già l’88% delle sequenze disponibili per EG.5 e i suoi lignaggi discendenti. Nel loro insieme, “le evidenze disponibili non suggeriscono che EG.5 abbia ulteriori rischi per la salute pubblica rispetto agli altri lignaggi discendenti di Omicron attualmente in circolazione”, è al momento la conclusione della valutazione Oms.
Continuare con le vaccinazioni, con il monitoraggio di casi, ricoveri e decessi e rafforzare la ricerca. L’Organizzazione mondiale della sanità ha elaborato nuove raccomandazioni per Covid-19 dedicate ai governi. In vigore da oggi fino al 30 aprile 2025, potranno essere modificate e comunque saranno sottoposte al vaglio della 77esima Assemblea mondiale dell’Oms. Le raccomandazioni sono raccolte in 7 maxi capitoli. La prima suggerisce agli stati di “rivedere e attuare i piani e le politiche nazionali Covid-19 alla luce della strategia dell’Oms e del piano 2023-2025 elaborato dall’Oms”, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità i piani di prevenzione e controllo delle malattie infettive, come Covid-19, “devono servire a ridurre il carico della patologia nella popolazione” e “a prepararsi per un possibile peggioramento della situazione causato dalle nuovi varianti”.
La seconda raccomandazione è sulla sorveglianza epidemiologica. L’Oms ribadisce che occorre “sostenere la sorveglianza collaborativa tra i vari stati” perché i dati sono necessari “per la consapevolezza della situazione, la valutazione del rischio e il rilevamento di cambiamenti nelle caratteristiche del virus, nella sua diffusione, nella gravità della malattia e nell’immunità della popolazione”. La terza raccomandazione ai governi è “di continuare a fare report sulla mortalità Covid, sulle sequenze e sull’efficacia del vaccino anti-Covid”. In modo che l’Oms possa “comprendere e descrivere la situazione epidemiologica, avere una panoramica delle varianti, eseguire le valutazioni del rischio globale e lavorare con gli esperti”.
La quarta raccomandazioni ai governi è “di continuare a offrire la vaccinazione contro il Covid, sia sulla base dei suggerimenti degli esperti del Sage dell’Oms, sia sulle valutazioni dei dati nazionali”. La quinta riguarda la ricerca sul Covid che deve “continuare” e deve essere “sostenuta”. La sesta indicazione dell’Oms è sull’assistenza clinica ai pazienti che deve essere “adeguatamente integrata in tutti i livelli dei servizi sanitari, compreso l’accesso a trattamenti comprovati e alle misure per proteggere gli operatori sanitari”. Infine, la settima e ultima prevede che gli Stati “garantiscano un accesso equo e sicuro ai servizi sanitari per far avere a tutti cure di qualità”.